venerdì 12 maggio 2023

Il peccato di Lady Considine (Under Capricorn, 1949) di Alfred Hitchcock

Nell'Australia del 1830 l'elegante Charles Adare, giovane irlandese appena sbarcato in cerca di fortuna, incontra la misteriosa e bellissima Lady Henrietta Considine, una nobile inglese fuggita dalla madrepatria insieme al suo amante, Sam Flusky, ex stalliere della famiglia Considine che in passato ha commesso un omicidio per amore di lei e che ha scontato la sua pena a Sidney. Adesso i due sono sposati ma Henrietta è molto cambiata, non ama più il marito ed è caduta nel vizio dell'alcolismo. Charles perde la testa per l'affascinante donna e l'aiuta a ritrovare la gioia di vivere e l'antico splendore, ma la gelosia di Sam, le azioni malevole dell'invidiosa cameriera di famiglia ed un oscuro segreto che Henrietta ha sempre tenuto nascosto, porteranno la situazione verso la tragedia. Stanco dell'etichetta di "mago del brivido" che gli veniva ormai stabilmente assegnata (anche con una certa aria di sottovalutazione da parte dei critici), Hitchcock decise di provare nuove strade, realizzando questo torbido melodramma in costume, ambientato agli antipodi e nel secolo precedente, adattando il romanzo "Under Capricorn" dell'australiana Helen Simpson. Il risultato è un film tecnicamente superbo (il primo a colori del regista), con una sontuosa rievocazione ambientale ed un utilizzo dei cromatismi fotografici di pittorica squisitezza. Magnifica anche l'interpretazione di Ingrid Bergman nei panni della tormentata protagonista, una prova d'attrice memorabile nella sua terza ed ultima collaborazione con Hitchcock. Ma questi meriti indiscutibili e gli evidenti echi di Rebecca (1940), con l'ombra di un delitto del passato che incombe sul ménage matrimoniale, non bastano a risollevare del tutto le sorti di una pellicola spesso incerta, con poca suspense, molto seriosa e non esattamente nelle corde dell'autore inglese. Alla sua uscita fu un fiasco colossale, che provocò il fallimento della casa di produzione Transatlantic Pictures di cui lo stesso Hitchcock era socio minoritario. Eppure il film ha anche i suoi estimatori, specialmente tra i soliti critici e cineasti francesi (da sempre devoti ammiratori hitchcockiani) che ne hanno amato soprattutto le atmosfere raffinate e la tecnica sopraffina. E' una delle opere minori del Maestro d'oltremanica, ma merita la visione (come tutti i suoi lungometraggi) perchè contiene comunque elementi di grande pregio e momenti di pura suggestione. Basti solo citare l'indimenticabile primo piano della Bergman nella famosa sequenza della testa mummificata, in cui l'attrice svedese riesce ad esprimere un formidabile mix di emozioni senza pronunciare alcuna parola, per ricordarci perchè Hitchcock è Hitchcock. In Italia il film venne anche distribuito con il titolo alternativo Sotto il capricorno, in riferimento al tropico ed alla location australiana (ma in realtà le riprese furono fatte in California e negli studi londinesi Elstree). Hitchcock si concede persino il lusso di un doppio cameo, raddoppiando così la sua famosa abitudine.

Voto:
voto: 3/5

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