mercoledì 24 maggio 2023

Crimes of the Future (2022) di David Cronenberg

In un futuro imprecisato la biotecnologia ha fatto enormi progressi attraverso macchinari hi-tech che possono interfacciarsi con il corpo umano e gestirne le funzioni da remoto. Alcuni risultati di questa nuova scienza sono la scomparsa di molte malattie, il controllo del dolore e la possibilità di eseguire facilmente interventi chirurgici al di fuori degli ospedali e senza necessità di anestesia per i pazienti. Ma questa interazione tra "bio" e "tecno" ha anche prodotto degli strani cambiamenti nell'organismo di alcune persone e favorito la nascita di tendenze che considerano la chirurgia come un viscerale atto erotico. Saul Tenser e la sua compagna Caprice sono "artisti" che si esibiscono in particolari pratiche di questo tipo, in cui lei, davanti ad un pubblico di fans adoranti, asporta nuovi organi di natura tumorale che il corpo dell'uomo tende a sviluppare con incredibile capacità rigenerativa. Come strumento di controllo di queste attività, che in certi casi assumono contorni morbosi e pericolosi, il governo ha appositamente istituito un'apparato burocratico (il NOR) ed un corpo di polizia, denominato "Nuovo Vizio", che persegue le sette di fanatici che operano al di fuori delle regole. Intanto il fisico di Tenser, irrimediabilmente provato da anni di "esibizioni", ha prodotto una serie di sindromi di natura psicosomatica che lo costringono a dipendere da strani macchinari biomeccanici per poter svolgere le normali funzioni vitali. Questo inquietante horror fantascientifico, scritto e diretto da David Cronenberg dopo quasi otto anni di assenza dal grande schermo, segna il felice ritorno del Maestro canadese alle sue origini, a quell'estetica della carne, del sangue e delle mutazioni corporee che lo hanno reso famoso, ma che qui vengono fuse abilmente con elementi psicoanalitici e con le torbide suggestioni erotiche che da sempre hanno accompagnato l'opera dell'autore come tratto distintivo, incisivo e disturbante. Per la gioia dei suoi numerosi fans, in quest'ultimo (ed a lungo atteso) lavoro c'è tanto del vecchio e del nuovo Cronenberg, sia a livello tematico, sia concettuale, sia figurativo. Ed è indubbiamente stupefacente, ammaliante ed agghiacciante la ricostruzione visiva di questo mondo distopico sospeso tra l'incubo e la preveggenza, ricco di simbolismi di conturbante feticismo, sempre in bilico tra l'orrido e il sensuale, pregno di elementi vintage e strumenti artigianali accostati, in un anacronismo di fantasia superiore, ad altri futuristici ed ipertecnologici. E' un universo cupo e grigio quello in cui il regista ci immerge, fatto di cantieri navali dismessi, capannoni industriali abbandonati, locali fatiscenti e personaggi bizzarri, in un carnevale allegorico di oscura fascinazione che, ideologicamente, appare un po' come la summa auto-citazionista di tante memorabilia cronenberghiane del passato (è francamente inutile citarle tutte perchè gli appassionati del regista le riconosceranno in un attimo e si divertiranno a farlo, invece il pubblico generalista probabilmente non troverà nulla di interessante in questo film e non lo guarderà affatto). Nel cast segnaliamo la presenza di grandi interpreti come Viggo Mortensen (alla sua quarta collaborazione con Cronenberg), Léa Seydoux e Kristen Stewart (ex idolo dei teenager ormai definitivamente "convertita" al cinema d'Autore). Sia la Seydoux che la Stewart hanno dichiarato, in una divertente intervista, di non aver capito quasi nulla della trama dell'opera, ma di sentirsi al settimo cielo per essere riuscite a lavorare con un Maestro di culto come Cronenberg. Tra dilemmi etici, moniti angoscianti verso il futuro, critica all'esibizionismo di certi "divi" e riflessioni filosofiche sull'atteggiamento sempre più invasivo della scienza e della tecnologia, il film è "tagliente", radicale ed imperativo nel suo ombroso messaggio di fondo, anche se, forse, eccede talvolta in qualche "spiegazione" di troppo, piuttosto che affidarsi al lieve velo artistico dell'ambiguo. Citiamo anche una curiosità: il secondo lungometraggio del regista, datato 1970, aveva lo stesso titolo ed una trama con qualche minima affinità (l'ambientazione "medica"); ma, di fatto, questa nuova opera dell'autore non ne costituisce un remake. L'attrice napoletana Denise Capezza, principalmente nota al pubblico italiano per il suo ruolo nella serie televisiva "Gomorra", fa una piccola apparizione nel film. Le musiche d'atmosfera sono, come sempre, del fedelissimo Howard Shore.

La frase: "La chirurgia è il nuovo sesso"

Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento