L’11
aprile del 1970 la navicella “Apollo 13” parte dalla base spaziale di Cape Canaveral
in direzione luna. A bordo ci sono tre astronauti americani: il comandante Jim
Lovell ed i piloti Ken Mattingly e Fred W. Haise. Tre giorni dopo il lancio un
guasto inatteso causa l’esplosione dei serbatoi di ossigeno, procurando evidenti
danni alla navicella e costringendo i tecnici NASA di Houston ad annullare
la missione. Ma il rientro anticipato
sulla terra dei tre cosmonauti si rivela ad alto rischio ed il piano di
emergenza, rapidamente approntato dal controllo operativo, mantiene l’intera
nazione col fiato sospeso. Dal libro autobiografico “Lost Moon” (1992) di Jim Lovell e Jeffrey Kluger, Ron Howard ha
tratto un avvincente thriller spaziale dallo stile classico, che mette al
centro delle sue attenzioni il fattore umano (le interpretazioni degli attori e
l’inventiva dei personaggi in una imprevista situazione ad alto rischio)
piuttosto che gli effetti speciali. Gli eventi sono ovviamente romanzati per
favorire l’immedesimazione empatica e garantire il giusto livello di enfasi
retorica filoamericana, tanto per pagare il dovuto dazio alle logiche
hollywoodiane. Al di là di questo e di un certo sentimentalismo che comunque non
supera mai troppo la soglia di tolleranza, il film è sufficientemente accurato
sia nella descrizione degli eventi che nell’approccio scientifico, si avvale di
una confezione tecnica di prim’ordine e di una grande squadra di attori che
annovera Tom Hanks, Kevin Bacon, Bill Paxton, Gary Sinise, Kathleen Quinlan e
Ed Harris, che si dimostra il più bravo del lotto con un’intensa performance di
fiero orgoglio yankee. Peccato per il
finale decisamente tronfio, che riesce a trasformare la cronaca di un fallimento
nell’ennesima occasione per celebrare la grandezza americana. Howard conferma
le sue caratteristiche (e i suoi limiti) di onesto “artigiano” didascalico al
servizio delle grandi major. Su nove
candidature agli Oscar la pellicola vinse solo due premi tecnici: al sonoro e
al montaggio.
La frase: “Houston, abbiamo un problema.”
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