Tony
D’Amato è il grintoso allenatore della squadra di football americano dei Miami
Sharks, da sempre ancorato ad una concezione fiera e romantica dello sport a
cui ha dedicato gran parte della sua vita. Ma la morte del vecchio patron ed il
relativo passaggio della proprietà nelle mani della sua giovane figlia, Christina
Pagniacci, unicamente interessata ai profitti economici, sembra avviare il
nostro verso il viale del tramonto. A complicare le cose si aggiungono una
serie di sconfitte sportive dovute anche all’infortunio e alla cattiva vena
dello storico quarterback (e leader)
della squadra “Cap” Rooney, che mal sopporta l’arrivo dell’astro nascente Willie
Beamen, tanto talentuoso quanto turbolento e insofferente alle regole dello
spogliatoio. Ma il vecchio leone Tony D’Amato sa ancora far sentire il suo
carisma e si batterà con tutte le forze per uscire dalla complessa situazione.
Da Oliver Stone un dramma sportivo intenso e crudo, furioso e spettacolare,
pervaso dalla forsennata vitalità estetica dell’autore in bilico tra denuncia e
parossismo, critica ed esaltazione. Come allegoria caustica della società
americana, sorretta dall’ansia di successo, obbediente al potere e devota al
dio denaro, funziona solo a tratti perché le lodevoli intenzioni vengono spesso
disperse sull’altare della furia espressiva, tipica dell’ardente regista
newyorkese. Il film vale soprattutto per l’impeto ruggente con cui sa esaltare
le brutali sequenze di gioco dello sport più amato d’America, anche grazie al
montaggio frenetico che ci inonda con raffiche di dinamica foga testosteronica.
E vale anche per il cast stellare che si mette totalmente al servizio della
concitata visione del regista nella sua analisi antropologica che spazia, tra
stereotipi ed amplificazioni, dallo sport alla politica, senza dimenticare la
retorica dell’uomo forte tipicamente americana. Della sontuosa squadra di
attori citiamo, in ordine di bravura, un bellicoso Al Pacino, nei panni del
coach protagonista, e poi Jamie Foxx, Dennis Quaid, James Woods, Matthew Modine,
Aaron Eckhart, fino alla biondissima Cameron Diaz che, sex appeal a parte, appare come la vera nota stonata del concerto
interpretativo. Il film vanta numerosi ammiratori per la sua coinvolgente
carica aggressiva ma Stone ha sicuramente fatto di meglio e, ad onor del vero,
anche di peggio.
La
frase: “Ogni maledetta domenica si vince o si perde,
resta da vedere se si vince o si perde da uomini.”
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