giovedì 13 aprile 2017

Il portaborse (Il portaborse, 1991) di Daniele Luchetti

L’onorevole Cesare Botero, giovane ministro arrogante, presuntuoso e corrotto, si avvale di Luciano Sandulli, insegnante liceale di lettere in difficoltà economiche, per fargli scrivere i suoi discorsi politici e gli interventi da utilizzare nelle interviste. La vita di Sandulli cambia radicalmente, egli risolve tutti i suoi problemi finanziari e viene affascinato dalla personalità carismatica del ministro. Ma il professore non impiegherà molto a riconoscere la vera natura di Botero: affabulatore cinico, viscido connivente di malaffari, uomo volgare e senza scrupoli, pronto ad ogni imbroglio pur di servire il culto del potere. Da una solida sceneggiatura di Stefano Rulli, Sandro Petraglia e Daniele Luchetti, un cupo film “premonitore” (che anticipa di un anno “tangentopoli”) diretto “alla francese” da Daniele Luchetti, regista romano cresciuto alla “corte” di Nanni Moretti, di cui fu prima assistente e poi aiuto regista. La regia è accorta e misurata, totalmente al servizio di due attori straordinari come Silvio Orlando e Nanni Moretti. In particolare il secondo ci regala una delle sue interpretazioni più celebri e riuscite nei panni del subdolo Botero, tratteggiato con una vasta gamma di sfumature in modo da rappresentare perfettamente la tronfia arroganza di quel potere che si ritiene al di sopra di ogni cosa, perché certo della sua impunità. Il Botero di Moretti è un sapiente compendio di amoralità e fascino, attrazione e repulsione, una sorta di icona negativa dei malcostumi del “belpaese”. In equilibrio perfetto tra documento storico, denuncia civile e indignazione morale, la pellicola non disdegna l’uso di una sottile ironia e, pur tra qualche schematismo, punta dritta al marcio nascosto nel cuore nero della politica italiana. Nel finale un po’ ingarbugliato si ha l’impressione di qualche incertezza registica, ma si tratta di peccati veniali in un’opera importante e necessaria, che riscosse un buon successo di pubblico nel nostro paese e fu addirittura osannata dai “cugini” francesi, da sempre in grande sintonia con tutto quello che fa Moretti. Il ruolo di Botero era stato inizialmente assegnato a Paolo Villaggio, che però dovette, a malincuore, rinunciare per rigidi vincoli contrattuali che lo legavano professionalmente al produttore Mario Cecchi Gori.

La frase:Sa che io non ho mai letto un libro tutto intero in vita mia? Mai!

Voto:
voto: 3,5/5

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