L’onorevole
Cesare Botero, giovane ministro arrogante, presuntuoso e corrotto, si avvale di
Luciano Sandulli, insegnante liceale di lettere in difficoltà economiche, per
fargli scrivere i suoi discorsi politici e gli interventi da utilizzare nelle
interviste. La vita di Sandulli cambia radicalmente, egli risolve tutti i suoi
problemi finanziari e viene affascinato dalla personalità carismatica del
ministro. Ma il professore non impiegherà molto a riconoscere la vera natura di
Botero: affabulatore cinico, viscido connivente di malaffari, uomo volgare e
senza scrupoli, pronto ad ogni imbroglio pur di servire il culto del potere. Da
una solida sceneggiatura di Stefano Rulli, Sandro Petraglia e Daniele Luchetti,
un cupo film “premonitore” (che anticipa di un anno “tangentopoli”) diretto
“alla francese” da Daniele Luchetti, regista romano cresciuto alla “corte” di
Nanni Moretti, di cui fu prima assistente e poi aiuto regista. La regia è
accorta e misurata, totalmente al servizio di due attori straordinari come Silvio
Orlando e Nanni Moretti. In particolare il secondo ci regala una delle sue
interpretazioni più celebri e riuscite nei panni del subdolo Botero,
tratteggiato con una vasta gamma di sfumature in modo da rappresentare
perfettamente la tronfia arroganza di quel potere che si ritiene al di sopra di
ogni cosa, perché certo della sua impunità. Il Botero di Moretti è un sapiente
compendio di amoralità e fascino, attrazione e repulsione, una sorta di icona
negativa dei malcostumi del “belpaese”. In equilibrio perfetto tra documento
storico, denuncia civile e indignazione morale, la pellicola non disdegna l’uso
di una sottile ironia e, pur tra qualche schematismo, punta dritta al marcio
nascosto nel cuore nero della politica italiana. Nel finale un po’
ingarbugliato si ha l’impressione di qualche incertezza registica, ma si tratta
di peccati veniali in un’opera importante e necessaria, che riscosse un buon
successo di pubblico nel nostro paese e fu addirittura osannata dai “cugini”
francesi, da sempre in grande sintonia con tutto quello che fa Moretti. Il
ruolo di Botero era stato inizialmente assegnato a Paolo Villaggio, che però
dovette, a malincuore, rinunciare per rigidi vincoli contrattuali che lo
legavano professionalmente al produttore Mario Cecchi Gori.
La
frase: “Sa che io non ho mai letto un libro tutto
intero in vita mia? Mai!”
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