Chicago,
anni ’20: Roxie Hart è una biondina tutto pepe sposata con l’imbelle Amos, che
sogna di entrare nel mondo dello spettacolo come ballerina grazie al suo viscido
amante, generoso di facili promesse. Ma quando scopre che questi si approfitta
di lei per scopi sessuali lo uccide con un colpo di pistola e finisce in
carcere. Qui incontra la bruna Velma Kelly, sensuale e carismatica artista di vaudeville,
che deve scontare una condanna per l’omicidio del marito fedifrago. Tra le due
donne scatta una feroce rivalità, inasprita dalle attenzioni per Roxie del
subdolo avvocato donnaiolo Billy Flynn, che riesce rocambolescamente a farla
assolvere, rendendola celebre e spalancandole così le porte del successo nello showbiz. Ma quando anche Velma riuscirà
a guadagnarsi l’assoluzione, le due vecchie nemiche sceglieranno di allearsi
per dar vita ad un grande show musicale, “Le
belle assassine”, che le porterà all’apice della fama ottenendo un successo
strepitoso. Sfavillante musical dalle atmosfere noir di Rob Marshall, ispirato
all’omonimo spettacolo musicale del 1974 scritto da Bob Fosse, Fred Ebb e John
Kander, a sua volta tratto da una pièce
teatrale di Maurine Dallas Watkins che prendeva spunto da analoghe vicende
reali accadute a Chicago nel 1924. Marshall, che fu allievo e sodale di Fosse,
trae evidente ispirazione anche dal capolavoro Cabaret
del 1972, cercando di replicarne le suggestioni dark e la decadente carica
trasgressiva. Il risultato è altalenante ed incerto perché Marshall non è Fosse
e la ricercata patina old fashion che
caratterizza l’intera operazione non basta a garantire la densità espressiva e
la saldezza stilistica dei grandi classici del genere. In ogni caso le melodie
dal sapore jazz-blues sono brillanti e le coreografie dei numeri musicali,
ricolme di estro creativo, sono il vero punto di forza del film. Peccato che le
voci dell’imponente cast originale (Renée Zellweger, Catherine Zeta-Jones,
Richard Gere, Queen Latifah, John C. Reilly, Lucy Liu) non siano alla medesima
altezza, salvo qualche felice eccezione. Generosamente premiato con sei Oscar
(miglior film, miglior attrice non protagonista a Catherine Zeta-Jones,
scenografia, costumi, montaggio e sonoro) e generalmente lodato dalla critica
internazionale, è un film ampiamente sopravvalutato, nonché un tentativo fuori
tempo massimo di replicare i fasti del grande Bob Fosse e la geniale malia
visionaria dei suoi musical dall’anima nera.
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