sabato 1 aprile 2017

Carlito's Way (Carlito's Way, 1993) di Brian De Palma

New York, anni ’70: Carlito Brigante, criminale e spacciatore di droga portoricano, esce dal carcere grazie all’astuzia del suo avvocato, il losco David Kleinfeld, che sfrutta a suo vantaggio un cavillo legale. Brigante torna nel suo vecchio quartiere (Harlem) e cerca di rifarsi una vita pulita. Intraprende la gestione di un locale notturno per mettere da parte il denaro con cui coronare il suo sogno: ricucire i rapporti con la bella Gail, amore della sua vita, e partire con lei verso paradisi caraibici. Ma il richiamo della strada è troppo forte e le azioni scellerate del suo avvocato, che si è messo contro un boss della mafia italiana, ricacceranno il nostro in pericolosi guai. Straordinario gangster movie di Brian De Palma ispirato ai romanzi “Carlito's Way” e “After Hours” di Edwin Torres. E’ un’impresa ardua rivitalizzare un genere che ha già detto tanto grazie a una lunga serie di capolavori inavvicinabili, ma De Palma, che forse proprio nel noir gangsteristico ha ottenuto i suoi risultati migliori, ci riesce grazie ad una storia semplice (e, invero, non molto originale) raccontata con stile possente, grande respiro epico, struggente romanticismo nostalgico, ritmo teso e, soprattutto, una miriade di geniali invenzioni visive che portano il talento stilistico dell’autore al suo tripudio. Almeno due le sequenze memorabili da annoverare nell’antologia del cinema: la partita a biliardo, che il grande regista italoamericano trasforma, grazie all’utilizzo estroso della macchina da presa, in un rutilante duello di scaltrezza, e la sparatoria finale alla Grand Central Station, che ribadisce la capacità di De Palma di instillare un afflato mitico nelle scene d’azione. Straripanti i due attori protagonisti, Al Pacino e Sean Penn, con il secondo forse addirittura più bravo del primo, che si meritano gli applausi, la lode ed il bacio accademico. Notevole anche il doppiaggio italiano di Giancarlo Giannini, che quando doppia Pacino dà sempre il meglio di sé. Completano il ricco cast Penelope Ann Miller, John Leguizamo, Ingrid Rogers, Luis Guzmán e Viggo Mortensen. Tutti bravissimi ma evidentemente oscurati dai due mostri sacri prima citati. Interamente raccontato in flashback dal flusso di ricordi del protagonista, con il prologo che già anticipa l’epilogo ma, incredibilmente, non toglie forza al patos complessivo, è un grande classico moderno del genere gangster, scritto benissimo, recitato meglio e diretto con il tocco illuminato del genio. Ora malinconico, ora entusiasmante, è una delle gemme imperdibili della luminosa carriera di Brian De Palma.

Voto:
voto: 4,5/5

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