giovedì 20 aprile 2017

Il paziente inglese (The English Patient, 1996) di Anthony Minghella

Sul finire della seconda guerra mondiale quattro persone si rifugiano in una casa sulle colline toscane: un misterioso “paziente inglese”, dotato di vasta cultura e di fervido eloquio ma con corpo e viso completamente sfigurati da terribili ustioni. La giovane infermiera canadese Hana che si occupa dell’uomo, che ha costante bisogno di assistenza. Una spia italocanadese di nome Caravaggio e un artificiere indiano di etnia sikh innamorato di Hana. Durante la permanenza il “paziente inglese”, che in realtà è un conte ungherese di nome László Almásy, racconterà alla devota Hana la storia della sua grande passione amorosa per Katharine (una donna sposata con un Lord britannico da lui conosciuta in Egitto prima della guerra) e dei tragici eventi provocati dalla loro focosa relazione clandestina. I racconti del conte Almásy, carichi di struggente malinconia e di sincero ardore, risveglieranno nella donna sentimenti e dolori mai sopiti. Dal romanzo omonimo del canadese Michael Ondaatje, Minghella ha tratto uno smisurato melodramma storico che attraversa i generi e pesca a piene mani da tanto grande cinema d’autore americano ed europeo. Tra Bertolucci e Lean, passando per Douglas Sirk, veniamo immersi in un grande spettacolo epico che mescola sentimento e avventura, erotismo e storia, spionaggio e guerra, fascinazioni esotiche e colte citazioni artistiche. La ricchezza delle ambientazioni (dal deserto del Sahara al Cairo, fino alle dolci colline toscane), la disarmante bellezza figurativa, la magia delle riprese aeree, l’intensità delle interpretazioni e la sensualità conturbante delle scene amorose riescono a bilanciarne il passo lungo, l’enfasi stucchevole, i momenti strappalacrime e il gigantismo barocco. Sontuoso il cast con Ralph Fiennes, Juliette Binoche, Willem Dafoe, Kristin Scott Thomas e Colin Firth. Fece incetta di premi agli Oscar 1997, portando a casa ben nove statuette: miglior film, regia, Juliette Binoche attrice non protagonista, fotografia, scenografie, costumi, montaggio, sonoro e la suggestiva colonna sonora di Gabriel Yared. Imperdibile per gli amanti imperituri dei grandi kolossal romantici d’altri tempi.

Voto:
voto: 3,5/5

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