martedì 11 aprile 2017

Palombella rossa (Palombella rossa, 1989) di Nanni Moretti

Michele Apicella (Nanni Moretti) è un funzionario del Partito Comunista Italiano che perde la memoria in seguito a un incidente stradale. Durante una partita di pallanuoto (che lo vede impegnato in vasca come giocatore), Apicella cerca di rimettere insieme frammenti di ricordi e pezzi della sua vita, in un processo frenetico in cui realtà, sogno, memorie e delusioni sembrano accavallarsi indistintamente. La quinta e ultima apparizione sul grande schermo del personaggio di Michele Apicella (alter ego del regista) è un film nevrotico e verboso, una lunga metafora grottesca sullo smarrimento ideologico del PCI che, alla vigilia del crollo del muro di Berlino, sembra aver perduto la sua identità politica e la sua memoria storica. E’ forse l’opera più sperimentale dell’autore, la più radicale nel suo estremismo filologico e la più accorata nel suo impeto concettuale. E’ anche il suo film più dichiaratamente politico, sospeso tra amaro disincanto, aspro sarcasmo ed uno straniamento onirico che per molti è un limite ma, in realtà, è un sottile valore aggiunto. Non mancano le ellissi intellettuali e le esasperazioni verbali, così come i geniali momenti surreali in cui l’esuberanza militante di Moretti si sublima in una parodia iconoclasta di irresistibile suggestione. La pellicola ha tanti ammiratori e tanti detrattori ed è facilmente imputabile di petulanza ideologica o di isteria teorica, ma l’estro inventivo del suo autore ci ripaga ampiamente con sequenze memorabili e con dialoghi al fulmicotone che sono entrati di diritto nell’antologia morettiana. E’ anche un apologo di spudorata intelligenza sul potere del linguaggio e su come questo venga (ab)usato in modo improvvido dai galoppini del potere, dai trasformisti di palazzo e da quei giornalisti mentecatti che spacciano la calunnia per informazione. Veracemente a tesi nella sua disamina appassionata che stinge nello sfogo, ci offre un’istantanea stravagante e rigorosa del suo tempo ed è stracolmo di elementi tipicamente morettiani (l’impegno politico, la passione per la pallanuoto, la critica impietosa alla “sua” sinistra, la satira kafkiana, l’ironia bizzarra, l’amore per i cantautori). E’, al tempo stesso, un film imperfetto, acuto e necessario. Nel cast, oltre al mattatore Moretti, compaiono Mariella Valentini, Asia Argento, Silvio Orlando, Marco Messeri e Raúl Ruiz. Il titolo allude al tiro a “palombella” tipico della pallanuoto, ovvero una parabola (discendente) che si sovrappone idealmente al percorso in declino del partito comunista.

La frase:Chi parla male, pensa male, e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!

Voto:
voto: 4/5

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