Allegra
Geller è una geniale creatrice di videogame che si appresta al lancio della sua
ultima avveniristica opera: un gioco di realtà virtuale chiamato “eXistenZ” che
prevede la connessione dei giocatori a un dispositivo semiorganico, detto
gamepod, attraverso il sistema nervoso, utilizzando un connettore posto sulla
spina dorsale. Ma un gruppo di terroristi, che intendono boicottare la
presentazione del gioco, organizzano un attentato ai danni di Allegra che viene
salvata da Ted Pikul, addetto alla sicurezza della compagnia che ha finanziato
“eXistenZ”. Ferita dall’attacco, Allegra fugge insieme a Ted nel mondo virtuale
del gioco, dove rischieranno di smarrire il contatto con il reale. Ma cosa è
davvero reale ? Straniante incursione di Cronenberg nella fantascienza, per un
film fortemente teorico evidentemente ispirato ai mondi paralleli di Philiph
Dick, che riflette con ellissi surreali sul concetto di gioco e sul labile
confine tra finzione e realtà, in un labirintico meccanismo di scatole cinesi.
Un meccanismo a volte confuso nel suo delirio astratto ma non privo di fascino.
La pellicola ha una messa in scena misera che mescola arditamente un universo
hi-tech con ambientazioni di
squallido degrado piene di elementi anacronistici, dove i computer sono assenti
e le macchine sono diventate corpi in una allucinante commistione tra biologico
ed elettronico, carne e silicio, sinapsi e circuiti. Indefinibile ed ermetico
nella sua struttura ricorsiva, il film riflette con ironia nera e radicale
pessimismo sulla sottocultura distorta del gioco fine a sé stesso, il cui
risultato è la perdita del senso della realtà da parte degli antagonisti. Non
mancano le sequenze gore (alcune
davvero impressionanti), gli inserti kitsch
e le trovate brillanti (molte delle quali hanno sicuramente influenzato il
coevo e più famoso Matrix),
ma la sensazione generale è quella di un’opera tanto radicale quanto irrisolta.
Un tentativo di aggiornamento delle tematiche cronenberghiane ai nuovi media
del mondo moderno in cui, più che il genio, manca la lucidità concettuale e la
furiosa preveggenza delle opere migliori. Merita comunque ampiamente la visione per la capacità di creare immagini potenti e disturbanti, degne del talento oscuro del grande regista canadese. Notevole il cast che annovera nelle
sue fila Jennifer Jason Leigh, Jude Law, Ian Holm e Willem Dafoe.
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