lunedì 3 aprile 2017

eXistenZ (eXistenZ, 1999) di David Cronenberg

Allegra Geller è una geniale creatrice di videogame che si appresta al lancio della sua ultima avveniristica opera: un gioco di realtà virtuale chiamato “eXistenZ” che prevede la connessione dei giocatori a un dispositivo semiorganico, detto gamepod, attraverso il sistema nervoso, utilizzando un connettore posto sulla spina dorsale. Ma un gruppo di terroristi, che intendono boicottare la presentazione del gioco, organizzano un attentato ai danni di Allegra che viene salvata da Ted Pikul, addetto alla sicurezza della compagnia che ha finanziato “eXistenZ”. Ferita dall’attacco, Allegra fugge insieme a Ted nel mondo virtuale del gioco, dove rischieranno di smarrire il contatto con il reale. Ma cosa è davvero reale ? Straniante incursione di Cronenberg nella fantascienza, per un film fortemente teorico evidentemente ispirato ai mondi paralleli di Philiph Dick, che riflette con ellissi surreali sul concetto di gioco e sul labile confine tra finzione e realtà, in un labirintico meccanismo di scatole cinesi. Un meccanismo a volte confuso nel suo delirio astratto ma non privo di fascino. La pellicola ha una messa in scena misera che mescola arditamente un universo hi-tech con ambientazioni di squallido degrado piene di elementi anacronistici, dove i computer sono assenti e le macchine sono diventate corpi in una allucinante commistione tra biologico ed elettronico, carne e silicio, sinapsi e circuiti. Indefinibile ed ermetico nella sua struttura ricorsiva, il film riflette con ironia nera e radicale pessimismo sulla sottocultura distorta del gioco fine a sé stesso, il cui risultato è la perdita del senso della realtà da parte degli antagonisti. Non mancano le sequenze gore (alcune davvero impressionanti), gli inserti kitsch e le trovate brillanti (molte delle quali hanno sicuramente influenzato il coevo e più famoso Matrix), ma la sensazione generale è quella di un’opera tanto radicale quanto irrisolta. Un tentativo di aggiornamento delle tematiche cronenberghiane ai nuovi media del mondo moderno in cui, più che il genio, manca la lucidità concettuale e la furiosa preveggenza delle opere migliori. Merita comunque ampiamente la visione per la capacità di creare immagini potenti e disturbanti, degne del talento oscuro del grande regista canadese. Notevole il cast che annovera nelle sue fila Jennifer Jason Leigh, Jude Law, Ian Holm e Willem Dafoe.

Voto:
voto: 3,5/5

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