Uno dei vertici del cinema realista francese, questo capolavoro di Marcel Carné del 1939, che ha tanto influenzato il noir americano successivo. E' un film cupo e drammatico, dall'incredibile forza espressiva nonostante l'ambientazione quasi tutta in interni. Carné ha uno stile asciutto e minimalista e procede con una tecnica di sottrazione di immagini, costruendo l'intero film su un continuo gioco di flashback (mai utilizzati prima d'ora in modo così massiccio e coinvolgente) e dando forza e risalto plastico ai particolari, agli oggetti, ai dialoghi. La vis drammaturgica è sincera e coerente e non si scade mai nel facile melodramma o nella retorica patetica. Jean Gabin è straordinario ma Jules Berry, nel ruolo di un mefistofelico seduttore, non è da meno. Da sottolineare, altresì, la rinuncia all'alto contrasto (espressionista) del bianco e nero in favore di una più tenue e malinconica serie di sfumature di grigio, tipiche del cinema francese anni '30.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento