In questo periodo della sua carriera il regista Jules Dassin viene bollato come “comunista” dalla commissione McCarthy e messo all’indice da Hollywood. Rifiutando l’abiura (che avrebbe comportato la denunzia di altri presunti “cospiratori”), resta esule in Europa ed inoperoso a lungo. Fortunatamente la sua ormai consolidata fama di maestro del noir gli procura l’occasione di firmare, in Francia, uno di capolavori assoluti del genere (e, per me, il suo miglior film) “Rififì” (Du rififì chez les hommes, 1955). Tratto da un violento e “nerissimo” romanzo di Auguste Le Breton, il film è in completa sintonia con la crudele visione del mondo di Dassin ed è popolato da eroi laconici e disillusi, la cui stoica filosofia di vita li proietta in una dimensione astratta di ribelli a un destino che, tuttavia, li sovrasta e li distrugge. Insieme ai precedenti “Giungla d’asfalto” (1950, di John Huston) e “Grisbì (1953, di Jacques Becker), “Rififì” completa la triade dei maggiori capolavori del noir (genere che ne annovera moltissimi, ma questi citati sono, a mio avviso, inarrivabili). Se il Kubrick di “Rapina a mano armata” è stato influenzato indiscutibilmente dall’Huston di “Giungla dasfalto”, così Melville lo è stato dai citati film di Becker e Dassin. Anzi, gli estimatori di Melville che non li conoscono farebbero bene a vederli, per misurare i debiti contratti dal loro beniamino (certamente anch’egli un maestro del noir, senza peraltro più titoli all’attivo di Dassin nel genere) con gli illustri predecessori.. Il film di Dassin fece scalpore (fu anche tagliato dalla censura italiana perché troppo particolareggiato nella descrizione di tecniche criminali), e moltissime scene entrarono in una ideale antologia del cinema, da quella muta (della durata di mezz’ora) della rapina a quella finale della corsa in auto del gangster morente, carica di tragico lirismo. Un’ultima annotazione a margine: oggi nessuno sembra ricordarsene più, ma il celebre “I soliti ignoti” nacque come parodia di “Rififì” (a dimostrazione del grande successo del film), ed oggi è paradossalmente più noto del modello (almeno in Italia)!
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