martedì 1 novembre 2011

Barry Lyndon (Barry Lyndon, 1975) di Stanley Kubrick

Ascesa e caduta di un arrampicatore sociale, dal bell'aspetto ma dagli scarsi meriti, nel Nord Europa del '700. Film anomalo, che spiazzò buona parte della critica per la sua inintelligibilità, è l'ennesima pietra miliare che Kubrick ha deposto nella storia del Cinema, ricodificando, stavolta, il genere del film storico in costume, solitamente eroico, edificante e celebrativo. Il grande regista americano, come al solito, sorprese tutti regalandoci un film glaciale, feroce, autunnale, che narra, senza alcuna retorica, ma con asettico rigore, la tragica vita di un uomo senza qualità. Barry Lyndon è un opportunista senza scrupoli che riuscirà a farsi strada grazie a fortuna, furbizia ed inganno, conquistando una posizione sociale che non gli spetta in un mondo che non gli appartiene. Le conseguenze, ovviamente, non saranno indolori. Film epico, gigantesco, sontuoso che eccelle praticamente in tutto: storia, dialoghi, musiche, scenografie, costumi, immagini. La fotografia a luce naturale (ottenuta grazie a delle lenti speciali fornite dalla Zeiss) resterà nella storia ed è la cosa per cui è divenuto celebre, ma sono davvero tantissime le qualità di questo film. Il ritmo, apparentemente lento e compassato, è compensato dallo splendore visivo, dal rigore formale e da un realismo senza precedenti: nelle immagini, nelle luci, nelle movenze, nei costumi, nei dialoghi compassati, nei tempi dilatati, nei silenzi, nei panorami. Straordinarie anche le battaglie, degne delle antiche stampe figurative d'epoca. Alcune scene (prive di dialogo) sono pura arte cinematografica, come il corteggiamento di sguardi al tavolo da gioco tra Barry e la contessa Lyndon. Come sempre nel cinema di Kubrick la visione del film restituisce un'esperienza straordinaria: in pratica sembra davvero di tornare nel 1700 per l'alto senso realistico. Il grande regista realizza, anche qui, la sua ossessione per il controllo muovendo i personaggi come ignare pedine sulla scacchiera della Storia, oggetto di un ineffabile ed avverso disegno superiore. Quattro premi agli Oscar 1976: fotografia, musica, scenografie e costumi. E' una delle vette del genere storico in costume, insieme a "Ran" (1985) di Kurosawa.

Voto:
voto: 5/5

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