mercoledì 2 novembre 2011

L'orgoglio degli Amberson (The Magnificent Ambersons, 1942) di Orson Welles

La ricca famiglia degli  Amberson del sud degli Stati Uniti vive con grande difficoltà l'inevitabile passaggio verso la società industriale sul finire del XIX secolo. Ai problemi finanziari si aggiungono le beghe familiari con la vedova Amberson che si scontra con il duro veto di suo figlio George, che si oppone al di lei matrimonio con una vecchia fiamma mai dimenticata, Eugene Morgan, divenuto un brillante imprenditore del settore automobilistico. Secondo film di Orson Welles, dopo il roboante esordio con "Citizen Kane", tratto dall'omonimo romanzo di Booth Tarkington. E' la storia di una ricca famiglia del sud degli Stati Uniti, a cavallo tra il 1800 ed il 1900, che viene travolta dai venti del cambiamento portati dalla rivoluzione industriale, ma anche dal peso delle convenzioni conformiste che impedisce la libera espressione di passioni e sentimenti. I produttori della RKO fecero letteralmente a pezzi il film, eliminando oltre 40' di pellicola e modificando il finale voluto da Welles con uno più rassicurante girato da Freddie Flick. Il futuro regista Robert Wise fu uno degli esecutori materiali dello scempio al montaggio. Welles decise di disconoscere il film, ruppe il contratto con la RKO ed iniziò la sua "guerra" personale agli studios che, nel giro di pochi anni, lo renderà un autore "maledetto" ed inviso al sistema delle major americane. Ma, anche in questo modo, l'opera seconda del geniale regista americano è un film straordinario: visivamente splendido, stilisticamente elegantissimo, ben più sobrio ed asciutto rispetto al mitico predecessore, ma ancor più duro e realistico, oltre che ricco di invenzioni stilistiche funzionali alla vicenda. Innovativo l'uso e l'esplorazione degli spazi scenici e dei tempi, oltre che del sonoro, per la prima volta analizzato in profondità attraverso una concorrenza di suoni, voci e rumori per accrescere il senso di realismo. Il genio Welles, stavolta, non compare come attore ma solo come voce fuori campo, e ci regala anche la chicca dei titoli di coda letti anzichè scritti. Da citare anche l'eccellente fotografia in B/N di Stanley Cortez e la grande interpretazione di Agnes Moorehead. Un capolavoro "perduto" e dimenticato da recuperare assolutamente.

Voto:
voto: 5/5

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