giovedì 3 novembre 2011

Amanti perduti (Les enfants du paradis, 1945) di Marcel Carné

In una compagnia di attori della Parigi ottocentesca riscuote grande successo il mimo Baptiste, uomo romantico e sensibile, che s'innamora perdutamente di Garance, donna tanto bella quanto ambigua. Per un po' la donna ne corrisponde l'amore, pur non comprendendo mai appieno la portata del romanticismo del mimo, ma, ben presto, lo lascia per un famoso attore e poi per un ricco conte. Baptiste si sposa, senza amore, con Nathalie e raggiunge l'apice del successo teatrale, ma un giorno ritrova Garance che assiste ad un suo spettacolo. E la fiamma si riaccende, più violenta di prima. Scritto dal regista Marcel Carné insieme al poeta Jacques Prévert, ispirandosi alle vicende di un vero attore mimo dell'800, "Amanti perduti" è uno dei più grandi e struggenti melodrammi della Storia del Cinema. La lavorazione del film fu lunga e travagliata: iniziata nel 1943 dovette interrompersi più volte a causa della guerra, facendo lievitare enormemente i costi di produzione. Venne girato tra Parigi e Nizza, dove fu ricostruito in studio il Boulevard du Crime. Uscì nelle sale francesi subito dopo la fine della guerra diviso in due episodi, Boulevard du Crime e L'Homme blanc, e fu subito un grande successo, malgrado le pesanti critiche del comitato di liberazione nazionale. Per l'edizione italiana ed americana, Carnè montò il film in un unico episodio, accorciandolo a circa 100', con il titolo "Amanti perduti". In ogni caso è possibile reperire anche la versione originale dell'opera. Melodramma romantico di ampio respiro e di sontuosa impaginazione, si ispira al periodo parigino di Victor Hugo, ricostruendolo con estrema dovizia di particolari. Abbraccia generosamente il concetto shakespeariano di fusione tra arte e vita, realtà e palcoscenico, giocando abilmente sull'antinomia tra persona e personaggio. Costruito ad arte su un sottile equilibrio di opposti, alterna e mescola tragedia e commedia, grottesco e sublime, incanto e disperazione. Stilisticamente sobrio ed essenziale, riesce a trasmettere la vitale forza dei sentimenti attraverso lo straordinario personaggio del mimo Baptiste Debureau (Jean-Louis Barrault) che incanta, commuove e fa sognare il pubblico, sia quello "finto" nel teatro sia quello "vero" al di qua dello schermo. Le scene degli incontri tra Baptiste e Garance sono tra le più struggenti e palpitanti sequenze d'amore viste sul grande schermo. Capolavoro assoluto del genere romantico, mantiene intatta, ancora oggi, la sua forza poetica senza tempo.

Voto:
voto: 5+/5

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