Nel gennaio del 1960 il rapinatore Frank
Morris, tristemente noto per le sue evasioni da numerosi istituti penitenziari,
arriva nel carcere di Alcatraz, ritenuto a prova di fuga per la sua impervia
posizione naturale, interamente circondato dalle acque gelide e pericolose
della baia di San Francisco. Frank, dotato di incredibile sangue freddo e di un
quoziente intellettivo superiore alla media, inizia subito a progettare l’evasione,
che avverrà nella notte dell’11 giugno 1962, in compagnia dei fratelli Anglin. Della
sorte dei tre uomini, fuggiti per mare su una zattera rudimentale, non si è
saputo mai più nulla ma il penitenziario venne chiuso un anno dopo, a causa del
duro smacco subito dalla sua reputazione. Celebre dramma carcerario di Don
Siegel, tra i più famosi in assoluto del genere, tratto da una storia vera e
girato nella vera prigione di Alcatraz, con ingenti lavori di ripristino che
furono necessari per consentirne la “riapertura”. Fu l’ultima collaborazione
tra il regista e Clint Eastwood, granitico protagonista, ed ebbe un grande
successo di pubblico e critica alla sua uscita. Perfetto nella ricostruzione
ambientale, sapiente nella creazione della tensione, sottilmente ironico nei
dialoghi taglienti, sobrio nella messa in scena, asciugato fino all’osso nel
suo stile essenziale, è una delle vette del genere carcerario americano, fedele
al tema centrale della poetica dell’autore: l’uomo che finge di adattarsi alle
regole per poi rivendicare la propria individualità con un atto di ribellione. La
rinuncia alla spettacolarità in favore di una più acuta prospettiva interiore,
la cupezza delle immagini che ci attanaglia fin dalla formidabile sequenza
d’apertura (l’arrivo di Frank Morris ad Alcatraz sotto la pioggia), ne fanno un
modello eccellente di film documento che sarà poi seguito da Eastwood regista.
Il finale ambiguo, fedelissimo alla vicenda reale, è un ulteriore punto di
forza di questo film solido come la roccia.
La frase:
- “Quando
compi gli anni?”
- “Non
lo so.”
- “Cristo,
che razza di infanzia hai avuto?”
- “Breve”
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