martedì 3 maggio 2016

L'angelo della vendetta (Ms .45, 1981) di Abel Ferrara

Thana, una ragazza muta che lavora in una sartoria, è vittima di un duplice stupro. Ferita nell’animo e sconvolta nella psiche la donna viene posseduta da una violenta follia vendicatrice: prima uccide il secondo stupratore e ne smembra il corpo per disfarsene, poi si arma di pistola e inizia a far fuori tutti i maschi che le capitano a tiro, dopo averli attratti con modi seducenti. Crudo “rape & revenge” diretto dal “bad boy” Abel Ferrara con furiosa veemenza stilistica ed efferata visionarietà espressiva in un cupo mélange di sangue, sesso e violenza di oscura suggestione simbolica. Sotto la scorza greve di un B-movie exploitativo, girato a basso costo e relegabile ai circuiti grindhouse, si nasconde un’audace riflessione su temi come delitto e castigo, peccato e redenzione, tipici della filmografia dell’autore. Il brutale simbolismo espressivo dell’opera, tipico della prima fase della carriera del regista del Bronx, vira nell’apologo tragico permeato da un ancestrale senso cattolico di giustizia. Interpretato con energica intensità da Zoë Lund, fu eletto a cult immediato dalle femministe degli anni ’80 che, probabilmente, ne colsero solo in parte la potente carica anarchica nel suo delirio vendicativo contro la feccia che popola i bassifondi di quel coacervo di vizi e di pulsioni che è New York, metropoli simbolo della decadenza occidentale. La protagonista Thana è tenera e letale, sensuale e terribile, un diabolico angelo della morte che si consegna all’immaginario collettivo nella memorabile sequenza in cui appare in abito da suora, con guepierre in evidenza, per dare sfogo alla sua furia mortifera durante la festa “peccaminosa”. La geniale allegoria trasgressiva attuata dal regista in questa celebre scena (la religione diventa una maschera e il sesso diventa un’arma), ci fa capire che ci troviamo di fronte a qualcosa di più di un mero prodotto exploitation. Il talento selvaggio e viscerale di Ferrara è evidente nelle scene più truci o nella rappresentazione allucinata di una New York sudicia e ostile, un inferno urbano turpe e profanatore, sospeso nell’attesa di una punizione suprema che ne mondi gli abominevoli peccati. Il titolo originale si riferisce al calibro della rivoltella usata da Thana, lo strumento fatale della sua vendetta.

Voto:
voto: 4/5

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