Nel 1963, in Francia, l’OAS
(organizzazione clandestina paramilitare francese) condanna a morte il
presidente della repubblica Charles De Gaulle, “colpevole” di aver concesso
l’indipendenza all’Algeria. Per portare a compimento il suo nefasto proposito
assolda un killer professionista, inafferrabile e infallibile, detto “lo
sciacallo”, di cui nessuno conosce la vera identità. L’indomito commissario
Lebel, venuto a conoscenza del piano, farà di tutto per fermarlo, ma lo “sciacallo”
sembra avere mille risorse e riesce sempre a far perdere le sue tracce. Celebre
thriller spionistico, tratto dall’omonimo romanzo di Frederick Forsyth, diretto
da Zinnemann con classica misura e geometrico senso dell’azione. Denso e
asciutto nella sua stringata tensione narrativa, si avvale di un perfetto
meccanismo di costruzione della suspense che culmina nel famoso finale al
cardiopalma. Ha fatto scuola per il genere ed ha contribuito a standardizzare
determinati codici del cinema d’azione che oggi sono implicitamente accettati
come caratterizzanti. Efficace nella sua essenzialità, a tratti freddo nella
messa in scena, si avvale di un’ottima squadra di attori (in cui spiccano Edward
Fox nel ruolo dello “sciacallo” e Michael Lonsdale in quello di Lebel) e di una
solida sceneggiatura scritta da Kenneth Ross. Costruito sullo schema della
caccia all’uomo, il film è rimasto nell’immaginario del pubblico per i continui
cambiamenti d’identità del killer, trasformista implacabile nel perseguimento
del proprio bersaglio. Nel 1997 Michael Caton-Jones ne ha diretto un remake
americano, The Jackal, con Bruce
Willis, Richard Gere e Sidney Poitier, molto spettacolare ma banalmente prevedibile,
che traspone la vicenda ai giorni nostri ambientandola negli USA.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento