giovedì 5 maggio 2016

Mery per sempre (Mery per sempre, 1989) di Marco Risi

Marco Terzi, professore di lettere idealista in attesa di collocazione, trasferito da Milano a Palermo, accetta l’ingrato incarico di insegnare nel carcere minorile Malaspina. Qui si scontra con la dura realtà di ragazzi sbandati e spiantati, figli maledetti della violenza e del degrado sociale, pronti ad essere accolti dalle lunghe braccia tentatrici del mondo criminale. Tra screzi, tensioni e difficoltà, l’indomito insegnante cercherà in tutti i modi di costruire un rapporto umano con alcuni di loro: il rude Pietro, il turbolento Natale, il debole Claudio e il travestito Mario detto “Mery”. Tratto dall’omonimo romanzo di Aurelio Grimaldi, questo eccellente dramma carcerario di denuncia sociale, diretto da Risi junior con tetro verismo, avvince, appassiona, indigna e sconvolge, cogliendo quindi nel segno. Forte delle notevoli interpretazioni dell’encomiabile cast corale, di una sceneggiatura solida, di una messa in scena che non fa sconti e di uno sguardo lucido, teso e dolente, è un film importante, crudele e necessario, un realistico ritratto del tragico abbandono in cui versano i giovanissimi nati nelle problematiche periferie delle grandi città meridionali, dove la “cultura” del crimine ha soppiantato l’educazione civile di uno stato assente. Riscosse un grande successo di pubblico e critica, consacrando il regista come nuova voce del nostro cinema d’impegno sociale. Tra le tante scene madri le migliori sono i “duetti” tra l’appassionato professore e il bellicoso Natale: memorabile la sequenza in cui il giovane delinquente scrive sul volto dell’insegnante con un pennarello, mentre questi spiega alla classe gli effetti dell’ideologia mafiosa sulle menti dei giovani. Il cast mischia attori collaudati come Michele Placido, Claudio Amendola e Tony Sperandeo ad altri non professionisti, tra cui si distinguono Francesco Benigno nel ruolo del capo Natale e Alessandra Di Sanzo in quelli di “Mery”, il personaggio che dà il titolo alla pellicola. Il film ha avuto un seguito, ben più greve, Ragazzi fuori (1990), diretto ancora da Marco Risi e con il ritorno di quasi tutto il cast giovanile. Belle ed evocative le struggenti musiche di Giancarlo Bigazzi.

La frase:E allora, ah?? C'hai qualcosa da dire contro la mafia?? La mafia è bene, la mafia è giusta... Mafia! Mafia! Mafia!

Voto:
voto: 4/5

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