Il
dottor Guido Tersilli, fresco laureato in medicina e disposto a tutto per far
soldi e carriera, scopre che può aumentare enormemente i suoi profitti
occupandosi dei mutuati. Pur di ottenere il suo scopo seduce la vedova di un
vecchio collega, il dottor Bui, per far passare sotto le sue cure i suoi oltre
duemila pazienti rimasti senza medico di base. Una volta raggiunto il suo obiettivo,
Tersilli diventa ricco, lavora giorno e notte, abbandona l’ingenua vedova e
sposa una giovane ragazza, bella e di famiglia benestante. Duramente provato
dai massacranti ritmi lavorativi, ha un collasso fisico e finisce ricoverato
nell’ospedale dove aveva iniziato la sua carriera come giovane tirocinante.
Diffidente dei perfidi colleghi che intendono “rubargli” i tanti assistiti,
l’avido Tersilli prenderà una perfida decisione. Celeberrima commedia
all’italiana di Zampa, tra le più riuscite della sua filmografia, sotto forma
di spietata satira agrodolce sul mondo dell’assistenza sanitaria del “belpaese”.
Alberto Sordi, assoluto mattatore protagonista, è al top del suo cinismo
grottesco e sfodera una delle sue interpretazioni più memorabili, da collocare
ai primi posti nella sua vasta galleria di personaggi dedicata ai vizi degli
italiani, impenitenti campioni nell’arte di arrangiarsi. Tra arrivismo,
egoismo, ipocrisia, meschinità e slealtà, questa urticante parodia di
(mal)costume coglie nel segno, diverte, indigna e fa riflettere, dissacrando il
giuramento di Ippocrate con irresistibile sarcasmo. Alla sua uscita fece
scalpore per la sua cattiveria impenitente ma riscosse uno straordinario
successo di pubblico, risultando campione d’incassi dell’anno 1968. In virtù di questo
ebbe anche un seguito, Il prof. dott.
Guido Tersilli, primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue,
diretto l’anno dopo da Luciano Salce con maggior enfasi farsesca e minor efficacia
critica. Nel cast, oltre all’istrione Sordi, spiccano le due bravissime
interpreti femminili: Bice Valori e Pupella Maggio. La famosissima “Samba fortuna”, scritta da Piero
Piccioni e utilizzata nelle musiche del film, è diventata una delle colonne sonore
portanti della carriera di Sordi e della commedia all’italiana.
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