Il rapporto tra Aurora e sua figlia Emma
è sempre stato intenso e tormentato, fatto di indubbio amore ma anche di
profonde incomprensioni, forse dovute all’estrema possessività della prima che,
rimasta vedova in giovane età, ha cresciuto da sola la sua unica figlia. Aurora
non ha mai approvato il matrimonio di Emma con Flap e ne biasima l’evidente
infelicità coniugale che si consuma tra litigi e tradimenti occasionali, a cui
i tre figli assistono loro malgrado. Ossessionata dagli anni che passano e
dall’inevitabile sfiorire della sua bellezza, Aurora accetta la corte del
bizzarro Garrett, un ex astronauta fanfarone e donnaiolo, ma anche capace di
incredibili attenzioni nei suoi confronti. Quando Emma scopre di avere un male
incurabile tutto precipita nella tragedia. Celebre dramma sentimentale degli
anni ’80, tratto dal romanzo omonimo di Larry McMurtry, che spazia impunemente
dalla commedia al melodramma, puntando dritto al cuore e all’apparato lacrimale
del pubblico, per la gioia dei romantici incalliti. Furbetto e svenevole,
retorico e ricattatorio, è un film ampiamente sopravvalutato, che riscosse un
grande successo di pubblico e vinse cinque generosissimi Oscar (miglior film,
regia, sceneggiatura, attrice protagonista a Shirley MacLaine, attore non
protagonista a Jack Nicholson) sulle undici nomination ricevute. Vale
soprattutto per l’abile confezione estetica e per la bravura del cast in cui svettano
la vecchia “leonessa” Shirley MacLaine e un’intensa Debra Winger, affiancati da
Jack Nicholson, al vertice del suo istrionismo narcisistico, e da Jeff Daniels
in tono dimesso. Il rapporto tra la
MacLaine e la
Winger fu realmente tempestoso anche sul set, forse per i
continui sbalzi d’umore della seconda che, a quanto si dice, a quel tempo era
affetta da una grave dipendenza da cocaina. Nel 1996 ne è stato girato un
anonimo sequel, Conflitti del cuore, diretto
da Robert Harling e con la MacLaine
ancora protagonista nel ruolo di Aurora.
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