martedì 3 maggio 2016

Non per soldi... ma per denaro (The Fortune Cookie, 1966) di Billy Wilder

Il cameraman televisivo Harry Hinkle viene colpito accidentalmente da un gigantesco giocatore di football americano durante la cronaca di una partita. Nonostante non si sia fatto nulla, suo cognato, il losco avvocato Gingrich, lo convince a fingersi paralizzato per organizzare un truffa milionaria ai danni dell’assicurazione. L’abilità del furbo avvocato riesce a superare tutti gli ostacoli legali finché non entra in scena Sandy, ex moglie di Harry, che ha fiutato il cospicuo affare economico. Frizzante commedia caustica di Wilder, ben scritta, diretta con estro brioso ed egregiamente interpretata dall’ottima squadra di attori in stato di grazia, che vede in prima fila due fuoriclasse della comicità come Jack Lemmon e Walter Matthau (premiato con l’Oscar come miglior attore non protagonista). Divisa in 16 brevi capitoli (ciascuno corrispondente a un diverso atteggiamento morale), è una perfida satira al vetriolo sull’ipocrisia dei legami parentali, dominati dall’opportunismo e dall’interesse materiale. Amaro e divertente, folgorante nello stile, a volte disarmonico, a tratti geniale (memorabile la scena della partita notturna a due nello stadio deserto), è l’ennesima lezione magistrale del grande Maestro polacco su come articolare una commedia irresistibile che sappia unire ironia e cinismo. Non vale quanto i grandi capolavori dell’autore ma è comunque un’opera di assoluto rilievo, da riscoprire e da rivalutare. Il pittoresco titolo italiano banalizza il senso dell’originale, ben più tagliente, che potrebbe essere tradotto come il “biscotto della fortuna”, alludendo all’avidità umana per i facili guadagni.

Voto:
voto: 4/5

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