martedì 3 maggio 2016

Oci ciornie (Oči čërnye, 1987) di Nikita Sergeevic Michalkov

Agli inizi del ‘900 un italiano e un russo s’incontrano a bordo di un piroscafo e fanno amicizia. Il primo, di nome Romano, racconta al secondo la storia della sua travagliata vita amorosa: dal difficile matrimonio con la ricca Elisa, la cui famiglia gli ha sempre rinfacciato la sua origine povera e la sua scarsa attitudine agli affari, al grande amore di una notte con la bella Anna, una ragazza russa incontrata a Montecatini e poi invano inseguita nella lontana Russia. Ma quanto c’è di vero e quanto di falso nei racconti di Romano? Vivace commedia di Michalkov, in bilico tra ironia e malinconia, ispirata a due racconti di Anton Cechov: “La signora del cagnolino” e “Anna al collo”. Frizzante nella sua continua varietà di toni e ricca di invenzioni narrative che travolgono lo spettatore, si compiace di un sano piacere del racconto e dello spettacolo, offrendoci un gustoso piatto in salsa agrodolce. L’autore è abilissimo nel fondere le suggestioni di due mondi così diversi (l’Italia e la Russia) in un potente affresco in costume che si avvale di ambientazioni sontuose e variegate, tra imponenti tenute ottocentesche, paesaggi bucolici, stazioni ferroviarie e transatlantici che solcano il mare. In un continuo gioco di specchi e di riflessi Michalkov effettua il suo prezioso omaggio, ricolmo di nostalgico rimpianto, al grande cinema d’autore italiano, instillando nel film molteplici elementi che rimandano a Fellini e a Visconti. Almeno due le sequenze memorabili: quella nelle terme di Montecatini e la danza zigana di Romano con gli zingari. Nel cast vanno citati Marcello Mastroianni, Vsevolod Larionov, Silvana Mangano, Elena Safonova e Marthe Keller. Per la sua grande interpretazione Mastroianni ottenne la sua terza candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista e vinse il premio alla miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes.

Voto:
voto: 4/5

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