La bella principessa Anna, in visita a
Roma, fugge dal palazzo che la ospita perché stressata dalla snervante rigidità
dei cerimoniali di corte. S’imbatte in un aitante reporter americano, Joe
Bradley, che la ospita a casa sua e, dopo averla riconosciuta, sogna lo scoop della sua vita. In giro tra le
bellezze della “città eterna” a bordo di una Vespa, i due avranno modo di
conoscersi e di innamorarsi, fino a quando la principessa non dovrà fare
ritorno alla sua vita di opulenta “reclusione”. Tenera commedia sentimentale di
Wyler, traboccante di romanticismo mieloso e d’incanto trasognato, che porta in
scena una versione sdolcinata della favola di “Cenerentola”, facendo anche il
verso alla vera principessa Margaret d’Inghilterra, che a quel tempo spopolava
sui quotidiani scandalistici rosa per i suoi “strappi” ai protocolli di corte. Nonostante
la messa in scena elegante e il sex
appeal degli attori (Gregory Peck e Audrey Hepburn) è un film troppo
ingenuo nel suo idillio fiabesco, sebbene cerchi di evitare la banalità del
lieto fine atteso da tutti i “romanticoni”. Vale soprattutto come spot
turistico di una Roma “da cartolina”, di cui però si colgono solo gli aspetti
più famosi e gli stereotipi consolidati. Fu un grande successo mondiale, fece
di Audrey Hepburn una diva (lanciandone lo “stile” poi celebrato da tutte le
riviste di moda) e rese celebre in tutto il mondo anche la nostra Vespa Piaggio.
Sopravvalutato oltre misura vinse tre Oscar generosi: miglior attrice alla Hepburn,
miglior soggetto a Dalton Trumbo e migliori costumi a Edith Head. Nel 1981
Castellano e Pipolo ne hanno realizzato una sorta di “remake” comico, Innamorato pazzo con Adriano Celentano e
Ornella Muti, che sbancò il botteghino italiano. La celebre scena presso la Bocca della Verità, con Peck
che finge di aver perso la mano dopo averla nascosta nella manica della giacca,
fu improvvisata dall’attore e la (reale) reazione di stupore della Hepburn
convinse il regista a lasciare la sequenza nel montaggio finale.
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