giovedì 25 settembre 2014

American Graffiti (American Graffiti, 1973) di George Lucas

Nella calda estate del 1962 quattro giovani amici decidono di trascorrere un'ultima notte insieme prima che due di loro partano per il college, trasferendosi sulla East Cost. Quella notte segnerà per loro la fine dell'innocenza e l'inizio della vita adulta. Diario sentimentale, di evidente matrice autobiografica, che usa sapientemente l'effetto nostalgia per colorare il passato di quella patina dolce-amara che fa sempre il suo effetto in età matura. Il senso di insicurezza dei giovani protagonisti alle soglie della vita è quello di un'intera nazione che si risveglierà presto dal suo sogno a causa dell'omicidio Kennedy e del Vietnam. Grazie a dei protagonisti efficaci (Richard Dreyfuss, Ron Howard, Paul Le Mat, Charles Martin Smith), una colonna sonora accattivante (interamente basata sulle hits di fine anni '50) e delle immagini di sapiente costruzione malinconica, George Lucas ha tratto un intenso affresco generazionale, un "last waltz" divenuto immediatamente di culto per tutti gli americani di mezza età degli anni '70. La capacità del regista di rileggere con sincerità e spontaneità la sua generazione è ammirevole ed il "graffito" non resta in superficie, ma entra nel profondo, sotto la pelle di chi quegli anni irripetibili li ha vissuti. E' uno dei migliori esempi di cinema della memoria. Candidato a 5 Oscar non ne vinse nessuno.

Voto:
voto: 4,5/5

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