giovedì 25 settembre 2014

Reazione a catena (Reazione a catena, 1971) di Mario Bava

Nel variopinto panorama di B-movies memorabili degli anni d'oro del nostro cinema di genere, questo è uno dei più importanti per portata visionaria ed influenza sui generi a venire. Il grande Mario Bava, qui all'apice del suo nichilismo corrosivo, realizza una sorta di "e poi non ne rimase nessuno" in salsa grand guignol, battendo sul tempo e superando per frenesia e capacità inventiva, l'estetizzazione quasi coreografica del delitto poi cavalcata da Argento nei suoi gialli famosi. La violenza grafica estrema è mitigata dalla serafica ironia nera dell'autore e la crudele originalità di alcuni omicidi influenzerà tanti horror americani degli anni successivi. E' unanimemente considerato l'antesignano dello slasher, ovvero quel particolare tipo di horror in un cui un assassino bracca e uccide in modo cruento un gran numero di malcapitati costretti in un ambiente limitato. I più famosi Halloween di Carpenter e Venerdì 13 di Cunningham (con relativi cloni ed epigoni) devono molto a questa misconosciuta opera di Bava. Il film è stato distibuito in diverse versioni e con diversi titoli, tra cui Ecologia del delitto. Da segnalare la presenza nel cast del piccolo Renato Cestiè, che da lì a poco diventerà una "star" dei lacrima movies. Finale beffardo in perfetto stile Bava.

Voto:
voto: 3,5/5

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