mercoledì 3 settembre 2014

Minority Report (Minority Report, 2002) di Steven Spielberg

Washington, 2054: l'agente John Anderton è la punta di diamante del reparto di pubblica sicurezza denominato "precrimine" che si basa su innovativo sistema "tecno-umano" che consente di prevedere i delitti prima che avvengano e, quindi, di intervenire in tempo per impedirli. Il sistema utilizza i poteri telepatici di tre esseri umani speciali detti "precog" (Agatha, Dashiell e Arthur), collegati ad un computer centrale che ne elabora le visioni di preveggenza. Ma quando i "precog" individuano Anderton come autore di un imminente omicidio di un uomo che lui non conosce, il nostro dovrà scappare e nascondersi per cercare di capire cosa sta accadendo. In una disperata corsa contro il tempo Anderton deve scoprire se esiste una falla nel sistema, se è vittima di un complotto o se i "precog" hanno davvero ragione sul suo futuro. Da un racconto breve dello scrittore di culto Philip K.Dick, Steven Spielberg ha tratto uno sci-fi action frenetico nei toni, scandito da una corsa contro il tempo, che pesca a piene mani da generi diversi: fantascienza, distopia, noir, paranormale, giallo. La miscela è accattivante ma non sempre omogenea e, quando si esagera con la spettacolarità fracassona delle sequenze d'azione, si ha l'impressione di trovarsi di fronte Tom Cruise impegnato nell'ennesima missione impossibile. Ma il cuore della storia è intrigante e l'enigma, cervellotico ma non scontato, regge fino alla fine. Bello ed inquietante il personaggio della "precog" di Samantha Morton, novella Cassandra, "colpevole" di troppa purezza in un mondo corrotto. Film non memorabile ma da vedere. I nomi dei tre "precog" sono un chiaro omaggio ai maestri del giallo letterario : Agatha Christie, Dashiell Hammett e Arthur Conan Doyle.

Voto:
voto: 3,5/5

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