lunedì 22 settembre 2014

Underground (Podzemlje, 1995) di Emir Kusturica

Belgrado, 1941, seconda guerra mondiale: il partigiano Marko, leader della resistenza serba e capo della borsa nera, convince il suo clan a rifugiarsi in un sotterraneo per sfuggire alle bombe naziste e, nel contempo, lavorare per produrre armi e svariati prodotti da vendere sul mercato nero. Diventerà così, in breve, ricco e potente ma, nel 1945, deciderà di dar seguito alla sua fortuna, ingannando i suoi uomini, facendogli credere che la guerra continua e lasciandoli sottoterra per altri vent'anni. Intanto il mondo, fuori, cambia velocemente e Marko diventa un pezzo grosso del regime comunista di Tito. L'estroso Kusturica realizza, con Underground, il suo film migliore, il più ricco visivamente, il più geniale, il più metaforico, una sorta di Alice in Wonderland del mondo gitano, con echi di incubo kafkiano e lampi di fantasia calviniani, ma anche con evidenti omaggi ai suoi "maestri", Vigo e Fellini, ripetutamente citati in molte scene. Favola grottesca, surreale nei toni e sregolata nei modi, con ardite oscillazioni tra tragico e comico ed un'originalissima concezione dello spazio scenico, sospesa in un limbo onirico di straordinaria suggestione, che nei chiassosi momenti di festa diventa ammaliante meraviglia. Ma sotto la coltre fiabesca Kusturica nasconde, in realtà, un apologo geopolitico che intende raccontare la Storia del suo paese, la Iugoslavia: un paese che non c'è, perennemente alla deriva (come suggellato dal memorabile epilogo sul Danubio), un paese ingannato, capovolto, tenuto chiuso in una caverna (platonica ?), un sogno nel sogno che, forse, non è mai esistito per davvero. Tra Storia e fiaba, romanzo sociale e meta-cinema, melodramma e mitologia, antropologia e fatalismo, questo ubriacante "unicum" cinematografico è uno dei film più importanti ed artisticamente significativi degli anni '90, nonchè un'abbagliante istantanea del popolo slavo, degna dei romanzi di Andric. Fu premiato a Cannes con la Palma d'Oro, con un plebiscito di consensi, bissando il precedente successo del regista del 1985.

Voto:
voto: 4,5/5

Nessun commento:

Posta un commento