martedì 23 settembre 2014

No Man's Land - Terra di nessuno (Ničija zemlja, 2001) di Danis Tanovic

Durante la guerra in Iugoslavia del 1993, tre soldati, un serbo e due bosniaci, si ritrovano bloccati insieme, loro malgrado, in una trincea abbandonata in una sorta di "terra di nessuno". L'evidente anomalia della situazione è aggravata dal fatto che uno dei tre è sdraiato su una mina e non può muoversi, altrimenti rischia di esplodere. Efficace opera prima di Tanovic che porta in scena la "guerra dimenticata", quel terribile, sanguinoso conflitto d'oltre Adriatico che i potenti del mondo hanno finto di ignorare, perchè privo di interessi economici, ma che ha prodotto orrori indicibili: pulizie etniche, stragi d'innocenti, stupri e omicidi di massa a danno dei civili. Il regista di Zenica, che ha vissuto in prima persona le terribili vicende del conflitto slavo, sceglie il registro dell'ironia amara e tagliente per mettere a fuoco gli aspetti tragicamente "ridicoli" di una catastrofe storica che ha pochi eguali nell'età contemporanea e per condannare, ovviamente, tutte le guerre che ancora si combattono nel mondo. Cade però in troppa enfasi e in un eccessivo didascalismo di maniera, perchè probabilmente troppo coinvolto, quando intende "dimostrare" l'orrore di una strage tra "fratelli", diversi ma simili, che, pur parlando lingue differenti, si comprendono perfettamente. Riesce invece a raggiungere un giusto distacco e la perfetta misura di perfidia caustica quando parla dell'ONU, macchina elefantiaca annegata in mille burocrazie, il cui maldestro intervento "umanitario" ha prodotto più danni che benefici per le vittime della guerra, salvo le dovute eccezioni. Fu premiato a Cannes, con il Prix du scénario, e agli Oscar 2002 come miglior film, forse con un pizzico di generosità, facilmente spiegabile per la delicatezza dell'argomento trattato, per il quale l'occidente ricco e "civile" ha ancora molto da farsi perdonare.


Voto:
voto: 3,5/5

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