martedì 23 settembre 2014

Dancer in the Dark (Dancer in the Dark, 2000) di Lars von Trier

Selma è una giovane immigrata dell'est europeo che sbarca negli USA in cerca di una vita più florida insieme a suo figlio Gene. Entrambi sono afflitti da una grave malattia degenerativa agli occhi che porta alla cecità totale, ma la tenace Selma lavora come una schiava per accumulare i dollari che consentiranno a suo figlio di essere operato, evitando così la perdita della vista. Il suo unico svago è la fuga con la fantasia nel mondo del musical, sua grande passione. Non a caso il titolo del film è tratto da una canzone di Fred Astaire. Ma quando uno sbirro senza scrupoli le ruberà i soldi guadagnati con tanta fatica, Selma lo ucciderà, finendo così nelle spire del giustizialismo americano. Il "crudele" Lars von Trier, ora genio ora tiranno, accantona momentaneamente il "dogma 95" per dar vita al suo film più feroce e disperato perchè, da sempre, è intollerabile il male commesso a danno dei buoni e dei giusti. L'evidente derivazione cristologica, perfidamente compiaciuta e ben più sottile per la scelta di una "vittima" femminile, si espande, astraendosi, nella volontà provocatrice del più anarchico dei registi contemporanei, che però si dimostra (qualora ce ne fosse ancora bisogno) artista vero, scegliendo l'impostazione a due livelli per la sua opera. Infatti la dimensione fantastica dei sogni musicali di Selma è puro incanto visionario, che si contrappone, con evidente  funzione mitigatrice, a quella reale che è, invece, tragica, agghiacciante, a tratti insostenibile. Il gioco al massacro del regista è, forse, un po' eccessivo ed una maggior misura avrebbe sicuramente giovato all'economia complessiva del film. Ma l'espediente del musical (di cui quest'opera costituisce una sorta di nemesi) è finemente ingegnoso e la protagonista Björk, attrice e cantante, è straordinariamente brava: la sua intensa interpretazione è di quelle che restano nella memoria. Nel film compare anche Catherine Deneuve in un ruolo inusuale. Vinse due premi pesanti a Cannes (Palma d'Oro e miglior attrice) ed è tra le pellicole più sadiche che siano mai state girate. Von Trier ha il cuore nero ma anche lo sguardo tagliente del grande autore e lascia sempre il segno, nel bene e nel male.

Voto:
voto: 4/5

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