venerdì 26 settembre 2014

La regola del gioco (La règle du jeu, 1939) di Jean Renoir

Capolavoro assoluto di Renoir, mai distribuito in Italia, è un pamphlet brioso sulla decadenza dei costumi, dai modi scanzonati ma dall'animo malinconico. Rappresenta, per il cinema, quello che Le Nozze di Figaro è stato per l'opera, ovvero un vorticoso libello sulla spudoratezza sentimentale con intenti polemici verso la società del suo tempo. Il Maestro Renoir, da sempre attento alle contrapposizioni tra le classi sociali, estremizza, in quest'opera, il suo concetto cardine mostrandoci due mondi estremi, i padroni e i servi, ma con i medesimi vizi e, quindi, entrambi condannati alla deriva morale. L'aspetto, solo apparente, di commedia degli equivoci è volto a nascondere il crudo realismo della denuncia che l'autore intende fare verso il suo paese, la Francia, dedita al malcostume, alla corruzione e sull'orlo del baratro sociale. L'introspezione dei personaggi, la ricchezza figurativa di molte scene, la complessità tematica nascosta sotto la coltre "leggera", l'accurato simbolismo delle situazioni topiche ci fanno capire che ci troviamo di fronte ad un'opera di altissimo magistero artistico, un capolavoro amaramente irriverente che non fu capito dai critici del tempo, anzi li fece infuriare, e infatti la pellicola fu un assoluto disastro commerciale. Il tempo ha restituito all'opera gli onori che meritava e l'acrobatico gioco del regista tra comicità e dramma, la sua perfezione formale, unita alla lucidità della critica di costume, hanno spinto questo film nell'olimpo dei capolavori francesi. Ancora oggi la capacità analitica dell'autore di osservare e documentare, con affettuoso disincanto, il tramonto di un'epoca, non può che lasciare ammirati. E' il vertice della produzione artistica di Renoir insieme a La grande illusione (1937).

Voto:
voto: 5/5

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