giovedì 25 settembre 2014

I guerrieri della notte (The Warriors, 1979) di Walter Hill

New York, 1979: in una buia e calda notte d'estate il leader della gang più temuta della città, Cyrus, organizza un'adunata nel Bronx con i rappresentanti di tutte le bande di strada cittadine per cercare di trovare un accordo reciproco ed evitare i continui conflitti tra fazioni rivali. Durante l'incontro, tra la folla osannante di giovani teppisti accorsi da ogni quartiere della "grande mela", qualcuno spara a Cyrus, uccidendolo sul colpo e mettendo fine a ogni proposito di pace. La colpa viene fatta ricadere sui Warriors di Coney Island, che in realtà sono del tutto estranei all'accaduto, e tutte le gang newyorchesi si organizzano per dargli la caccia e fargliela pagare. Per i nove valorosi "guerrieri" è l'inizio di una fuga disperata durante la quale dovranno attraversare l'intera metropoli, con pericoli nascosti dietro ogni angolo, per giungere al loro lontano quartiere. Per nulla intimoriti dalla difficile impresa i "guerrieri" si giocano il tutto per tutto nella notte più lunga e difficile della loro vita. Memorabile odissea notturna nel ventre di una città, New York, simbolo della decadenza del mondo occidentale ed icona potente di un certo immaginario trasgressivo, appartenente a quella sotto cultura generazionale underground delle bande giovanili di strada, pronte a tutto pur di difendere il proprio avamposto, estremo baluardo di vite allo sbando. Tra le strade sporche e i vicoli bui della metropoli americana, le divise sgargianti delle gangs padrone della notte, le fughe mozzafiato, gli scontri violenti (ma senza sangue!) e l'eroismo "romantico" dei nove "guerrieri", la vera protagonista è la metropolitana, i cui sotterranei e binari sono le arterie pulsanti di un mondo nascosto che cerca di ritagliarsi, in ogni modo, il proprio spazio nella società dei così detti "normali". Film di culto, indimenticabile capolavoro degli anni '70, un po' western, un po' fumetto e un po' thriller, alienato e psichedelico, si concede persino il lusso di citazioni colte come la "Anabasi" di Senofonte o l'Odissea di Omero. Quasi tutte le sequenze o i dialoghi sono straordinari, ma il finale mattutino sulla spiaggia ha la forza espressiva di un'impresa epica: il ritorno a casa.

La frase: "Guarda che posto di merda! E abbiamo combattuto tutta la notte per ritornarci!".

Voto:
voto: 4,5/5

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