mercoledì 24 settembre 2014

Ombre e nebbia (Shadows and Fog, 1991) di Woody Allen

Un'imprecisata città della mitteleuropa avvolta dalla nebbia. Esterno notte. Il goffo Kleinman (Allen) viene coinvolto, suo malgrado, nella caccia ad un misterioso assassino seriale che terrorizza gli abitanti ma, ben presto, i sospetti ricadranno su di lui. Il 23° film di Woody Allen regista è un dichiarato omaggio al cinema europeo dei Maestri: a Fritz Lang, i riferimenti al capolavoro assoluto M si sprecano, ed all'espressionismo tedesco in generale, per la splendida fotografia in bianco e nero che utilizza i chiaro scuri per donare un risalto eloquente alle scene attraverso l'estetizzazione delle ombre, delle forme e della stessa nebbia, che quasi assurgono al ruolo di "personaggi". Ma è anche un omaggio a Ingmar Bergman, il Dottor Vergerius de Il volto, ed al nostro Federico Fellini per la seconda parte del film, caotica e surreale, ambientata nel circo. L'evidente situazione kafkiana ed i rimandi colti servono però ad esplicitare il consueto disegno del regista, ovvero tratteggiare l'ennesimo bizzarro ritratto dell'inadeguatezza umana nei confronti della vita, dove Dio è assente ed il prossimo è, all'occorrenza, carnefice o compagno di sventura. Il male di vivere alleniano assume i connotati di una farsa tragicomica, ma con maggior pessimismo rispetto alle opere precedenti. Non sempre equilibrato, raffinato ma esile, a tratti geniale, è uno dei migliori film del regista degli anni '90.

Voto:
voto: 3,5/5

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