giovedì 25 settembre 2014

Le notti bianche (Le notti bianche, 1957) di Luchino Visconti

Un uomo e una donna si incontrano, di notte, nelle strade di Livorno. Lui, Mario, è un impiegato gentile dalla vita banale e lei, Natalia, è una giovane biondina che piange per il suo amore perduto, un uomo che è andato via senza fare ritorno. Tra i due nasce una tenera amicizia e trascorrono le notti camminando, parlando e scambiandosi confessioni nelle strade deserte. Quando sembra che stia per nascere qualcosa di più, l'uomo misterioso fa ritorno. Dall'omonimo racconto breve di Dostoevskij, Visconti ha tratto un melodramma malinconico nei toni ma sontuoso nello stile, impreziosito dalla splendida fotografia in bianco e nero di Rotunno, da atmosfere rarefatte che guardano all'espressionismo e dall'intensa performance dei due interpreti: Marcello Mastroianni e Maria Schell. L'azione viene spostata dall'austera San Pietroburgo ai canali di Livorno, straordinariamente ricostruiti negli interni di Cinecittà. Concepito per sottrazione di slanci, ha il suo vero protagonista nel terzo incomodo, l'amante assente, che non si vede mai ma la cui lunga ombra aleggia su tutto il film. Sommesso nel ritmo e ambientato tutto in una notte, è un'elegia dolente sulla caducità dell'amore che può sbocciare improvviso ma svanisce ben presto, già alle prime luci dell'alba. Come la notte.

Voto:
voto: 4/5

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