giovedì 1 giugno 2023

Amsterdam (2022) di David O. Russell

Burt, Harold e Valérie, americani impegnati nella "Grande Guerra" (i primi due come soldati e la terza come infermiera), si conoscono sul fronte europeo nel 1918 e diventano grandi amici. Finito il conflitto i tre decidono di restare ad Amsterdam, dove condividono un appartamento in un clima di euforia e spensieratezza, durante il quale sboccia anche l'amore tra Valérie e Harold. Poi le cose cambiano, le strade si dividono e gli anni passano veloci. Nel 1933 Burt fa il medico per i veterani di guerra, mentre Harold è diventato un brillante avvocato. I due vecchi amici si ritrovano per il funerale del generale che li fece incontrare 15 anni prima e sospettano che la morte dell'ufficiale non sia stata naturale. Le loro indagini li porteranno a scoprire una terribile macchinazione, che minaccia direttamente anche loro. Burt e Harold decidono quindi di ritrovare Valérie, memori di un patto che avevano stretto insieme, nel periodo felice trascorso ad Amsterdam, di guardarsi sempre le spalle l'uno con l'altro. Questo dramma storico, scritto e diretto da David O. Russell, è un film ambizioso e opulento, in bilico tra il thriller fantapolitico, la commedia grottesca e la spy-story. Lo strano rapporto che s'instaura tra i personaggi principali lascia inizialmente un po' perplessi, ma poi ci si abitua e si viene trasportati dall'energia e dall'entusiasmo che i tre portano in scena, a modo loro. Sicuramente la parte iniziale, ambientata nella città olandese che dà il titolo alla pellicola, è quella più riuscita, più interessante e più piacevolmente stravagante. Tutto il resto è un intreccio lungo, stiracchiato, enfatizzato e strabordante di dialoghi, sotto-trame e presunti colpi di scena (invero abbastanza prevedibili), rivolti a fornire al pubblico una ridondante serie di messaggi sul valore della libertà, sull'importanza dell'amicizia, sulla memoria corta della Storia e sui pericoli delle ideologie totalitarie, che sono sempre dure a morire definitivamente. Nella parte finale si passa il limite e si scade nello retorica stucchevole, tra eccessive spiegazioni e predicozzi edificanti. Ed è un vero peccato perchè David O. Russell era riuscito a mettere insieme un cast straordinario con tanti nomi altisonanti, il che fa aumentare il senso di occasione sprecata. Giusto per citarne qualcuno: Christian Bale (che è il più bravo in assoluto), Margot Robbie, John David Washington, Anya Taylor-Joy, Michael Shannon, Robert De Niro, Rami Malek, Zoe Saldana, Mike Myers (e si potrebbe continuare ancora). Alla sua uscita nelle sale il film si è rivelato un flop, sia per gli incassi deludenti che per i riscontri della critica, facendo segnare un grosso passo falso nella carriera di David O. Russell, autore temerario e discontinuo, che ha fatto della bizzarria la sua cifra stilistica, all'insegna di un anticonformismo che in certe occasioni appare più esibito che sentito.

Voto:
voto: 2,5/5

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