domenica 11 giugno 2023

Piccole donne (Little Women, 2019) di Greta Gerwig

Sul finire dell'800 Josephine March, detta "Jo", fa l'insegnante a New York, abita in uno squallido pensionato e cerca da sempre di sfondare come scrittrice, ma deve scontrarsi puntualmente con i pregiudizi di una società patriarcale e maschilista. Un telegramma la informa che sua sorella minore Beth è in pessime condizioni di salute e questo la spinge a tornare di gran fretta nella casa dove ha trascorso tutta la sua infanzia, in una piccola cittadina rurale del Massachusetts. Durante il viaggio "Jo" rievoca gli anni dolci e amari passati in quei luoghi, i sogni, le speranze, le palpitazioni, l'amore ed i contrasti con le sue sorelle, Meg, Beth ed Amy, tra cui lei è sempre stata la più ribelle, con un innato talento per la scrittura ed un forte desiderio di indipendenza. Era il tempo della guerra civile e della povertà, con un padre partito per il fronte ed una famiglia di "sole donne" da mandare avanti, con l'amorevole mamma Marmee e la scorbutica zia March, dispensatrice di cinici consigli sulla vita che "Jo" non ha mai gradito (né ascoltato), dettati da una pragmatica e disillusa saggezza su come va il mondo. Il ritorno alle origini della ragazza sarà per lei l'inizio di una rinnovata esistenza. Questo nuovo adattamento (il sesto per il grande schermo) del celebre romanzo omonimo semi-autobiografico di Louisa May Alcott (divenuto un classico della letteratura nord americana per ragazzi), scritto e diretto con vivace estro da Greta Gerwig, è un'autentica "rinfrescata" del libro ispiratore in accordo alla sensibilità moderna, con un piede nel passato ma un altro piantato dritto nel presente, riflettendo sui mutamenti occorsi riguardo al tema dell'emancipazione femminile. I cambiamenti apportati dalla regista sono molteplici ma non sostanziali, più strutturali che contenutistici; il film resta sostanzialmente molto fedele allo spirito del racconto, ne comprime alcuni passaggi (anche famosi) ma ne amplia lo sguardo e la portata concettuale, stabilendo (anche grazie alla non linearità e all'utilizzo dei flashback) una fertile connessione artistico-emotiva tra la scrittrice Louisa May Alcott, il suo alter ego letterario (la protagonista "Joe") e la Gerwig stessa. In questa versione, più che in tutte le altre precedenti, è ben chiaro che si parla in maniera universale di donne che lottano per vedere riconosciuti i propri talenti, per perseguire la propria esigenza di autentico affrancamento o per sfuggire a quegli stereotipi e slogan discriminatori a loro imposti da secoli di patriarcato: "bella e compiacente", "umile e servile", "sposata o morta", giusto per citarne qualcuno presente anche nel romanzo. Ben venga, dunque, questa moderna trasposizione fatta con personalità e coraggio, più fresca e spigliata, che (non a caso) ha ottenuto un grande successo sia di pubblico che di critica, raccogliendo consensi unanimi e sei candidature agli Oscar (di cui però ha vinto solo quello per i migliori costumi di Jacqueline Durran). Molti meriti vanno dati anche al cast stellare di grandi interpreti, tra cui citiamo Saoirse Ronan, Laura Dern, Emma Watson, Florence Pugh, Timothée Chalamet, Meryl Streep, Tracy Letts, Bob Odenkirk, Louis Garrel e Chris Cooper. E tra queste la vera piacevole sorpresa è la giovane promessa Florence Pugh, ormai lanciatissima verso un grande futuro, la cui Amy March è senz'altro il personaggio più riuscito. Menzione speciale obbligataria pure per l'imponente ricostruzione ambientale e la raffinata colonna sonora di Alexandre Desplat. Per chi non ha letto il romanzo, non ha visto nessuno degli adattamenti precedenti  e non è troppo a suo agio con la lettura o i film del passato, questa pellicola è un'occasione da non perdere.

Voto:
voto: 3,5/5

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