martedì 20 giugno 2023

Due occhi diabolici (1990) di Dario Argento , George A. Romero

Film horror in due episodi dedicato al celebre scrittore americano dell'occulto Edgar Allan Poe e diretto da due "mostri sacri" del genere: Dario Argento e George A. Romero. Ciascun episodio è dedicato ad una o più novelle di Poe; il primo, "Fatti nella vita del signor Valdemar", è ispirato al famosissimo racconto breve "La verità sul caso di Mr. Valdemar", con sceneggiatura e regia di Romero. La storia è arcinota: il ricco Valdemar è in punto di morte e viene ipnotizzato dal dottor Hoffman che è in combutta con la moglie Jessica, interessata ad ottenere l'intera eredità del marito morente. Ma Valdemar muore mentre è ancora sotto ipnosi e gli effetti saranno terribili. Il secondo segmento è "Il gatto nero", diretto da Argento e da lui scritto insieme a Franco Ferrini: Rod Usher, fotografo di scene del crimine con una morbosa ossessione per il macabro, odia profondamente il gatto di sua moglie Annabel, una violinista amante degli animali. La mania di Usher per le situazioni sadiche lo spinge ad uccidere il felino, dopo averlo crudelmente torturato. Ma questo gesto insano sarà per lui l'inizio di un terribile incubo. Alla sua uscita la pellicola, che è una coproduzione italo-americana girata interamente negli Stati Uniti, riscosse molto interesse tra gli appassionati di horror per il clamoroso incontro (e inevitabile confronto) tra i due Maestri del cinema di paura, che hanno sempre potuto contare su vaste schiere di fans in tutto il mondo. Diciamo subito che la "sfida" viene stravinta dal nostro regista, il "mago del brivido" romano che non aveva ancora intrapreso la dolorosa china del declino artistico. Infatti, se l'episodio di Romero è di esile fattura e di labile suspense, più vicino ad un prodotto televisivo che ad uno cinematografo e di cui va salvata unicamente la sequenza clou della scala, quello di Argento (che attinge a piene mani da diversi racconti di Poe) è visionario, stilisticamente pregno di virtuosismi e furore estetico ed ottimamente interpretato da un inquietante Harvey Keitel, sebbene un po' debole a livello narrativo. Ma è arcinoto che Dario Argento è (anzi era, purtroppo) tanto straordinario nel racconto per immagini (la cui forza violenta, carica morbosa e suggestione oscura risultano costantemente di sinistra potenza evocativa, spesso sfiorando il manierismo), quanto invece deficitario sotto l'aspetto della scrittura, dei dialoghi e dell'intreccio espositivo. "Il gatto nero", per quanto fortemente citazionista di temi e situazioni del mondo di Poe, finisce poi per allontanarsi da esso, diventando qualcos'altro e denotando spiccata personalità artistica e vivace vena re-interpretativa, benché non pienamente compiuta negli esiti finali. Non è un mistero che i due registi (il cui sodalizio iniziò nel 1978 con il famoso cult Dawn of the Dead di Romero, a cui Argento collaborò attivamente, curandone anche la versione europea distribuita con il titolo Zombifinirono per litigare pesantemente durante la fase di post-produzione, a causa di enormi differenze di vedute artistiche, e questo causò un allontanamento ed un'interruzione del loro rapporto di amicizia, che si protrasse per diversi anni. E infine due curiosità: nella versione italiana di Due occhi diabolici, l'attrice Asia Argento (figlia di Dario) ha doppiato Julie Benz, che recita nel secondo episodio. Nel progetto iniziale il film doveva essere molto più lungo e diviso in quattro capitoli, diretti rispettivamente da George Romero, Dario Argento, Stephen King e John Carpenter; ma la cosa non riuscì a concretizzarsi appieno per impegni e defezioni degli ultimi due autori. La colonna sonora, di notevole suggestione, porta la firma del nostro grande Pino Donaggio.

Voto:
voto: 3/5

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