giovedì 29 giugno 2023

Mio figlio Nerone (1956) di Steno

L'imperatore romano Nerone si trastulla nella sua residenza sul mare del golfo di Napoli tra esibizioni canore, amici fannulloni, lacchè compiacenti e la sua amante Poppea. Quando la sua austera madre Agrippina lo invita all'ordine, spingendolo verso una guerra nel freddo del nord Europa, Nerone medita di ucciderla per liberarsene definitivamente. Ma la vecchia donna è coriacea e previdente e riesce sempre a sfuggire a tutti i complotti orditi dal suo squilibrato figlio. Solo il saggio consigliere Seneca appare dotato del giusto raziocinio e della necessaria furbizia per tenere a freno i tanti colpi di testa dell'imperatore. Ma, ben presto, anche lui dovrà arrendersi alla follia dilagante di Nerone. Questa stravagante commedia comica dedicata alla controversa figura del tristemente noto imperatore incendiario, diretta da Stefano Vanzina (al secolo Steno) e con un ricco cast internazionale (Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Gloria Swanson, Brigitte Bardot, Memmo Carotenuto, Giorgia Moll, Sandra Milo) è un film tanto divertente quanto straniante per il suo evidente squilibrio tra contenuto e forma. Infatti, dal punto di vista tecnico, è un'opera visivamente sontuosa, impaginata nella magia del CinemaScope e del Technicolor (come nella tradizione dei grandi kolossal storici hollywoodiani), sfarzosa nell'opulenza delle scenografie e dei costumi e impreziosita dalla fotografia e dagli effetti speciali curati dal grande Mario Bava. Di contro, il suo tono farsesco, con molti dialoghi sull'orlo della più banale buffoneria e diverse sequenze di ridicolo umorismo, stride apertamente (e forse volutamente) con la bellezza estetica della "cornice". Anche durante la lavorazione l'esperto Steno dovette faticare non poco per tenere a bada le bizze di una star hollywoodiana come Gloria Swanson, che non legò con nessun membro del cast, litigava di continuo con Sordi e riusciva ad avere un dialogo civile solo con Vittorio De Sica, il cui morbido carisma aiutò molto la tranquillità quotidiana sul set. Lo stesso Alberto Sordi ha sempre dichiarato, negli anni successivi, di non amare questo film e di non essere soddisfatto della sua performance. Ma nonostante questo la pellicola alla sua uscita, dopo un anonimo passaggio in anteprima al Festival di Venezia, ebbe un ottimo riscontro al botteghino e venne particolarmente apprezzata dal pubblico, risultando uno dei maggiori incassi italiani dell'anno 1956.

Voto:
voto: 3/5

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