Tony Arzenta è un killer professionista che lavora per una potente organizzazione mafiosa che ha ramificazioni estese tra l'Italia, la Francia e la Germania. Quando decide di smettere con la sua vita di assassino per dedicarsi interamente a sua moglie e suo figlio, i suoi capi non ci stanno e, siccome sa troppe cose, decidono di eliminarlo. Duccio Tessari, regista genovese molto attivo negli anni '60 e '70 e conosciuto principalmente per i western o per i thriller, si cimenta, con ottimi risultati, in questo crime cupo e violento dalle ambientazioni europee e con un solido cast internazionale, realizzando uno dei migliori noir del cinema di genere italiano. Già dalla scelta del protagonista, il divo francese Alain Delon che interpreta egregiamente uno degli anti-eroi tormentati che lo hanno reso celebre, si capisce che Tessari ambisce a dar vita ad un'opera dal respiro più ampio, che non guardi soltanto all'Italia ma ad uno scenario ben più vasto e complesso (le riprese si sono svolte a Milano, a Parigi, a Copenaghen, a Torino e in Sicilia). Costruendo l'intero film sulle spalle forti di Arzenta-Delon, l'autore mette in scena un cruento apologo sulla vendetta, sulla brutalità, sul tradimento e sull'onore (inteso secondo la nostalgica mentalità del vecchio crimine che gli esperti di polar conoscono perfettamente), mescolando scene di azione di grande spettacolarità, le angosce interiori del killer solitario inevitabilmente condannato alla perdizione dalle sue stesse azioni, l'idea ancestrale del male supremo da cui non esiste alcuna via di fuga, e ancora, evidenti suggestioni "esistenziali" dei crime francesi firmati da Jean-Pierre Melville o echi di estetizzazione della violenza che guardano al cinema di Sam Peckinpah. Dalla prima all'ultima sequenza la pellicola è attraversata dall'ombra silente della morte che accompagna il protagonista, una suggestione ben evidenziata dalla fotografia autunnale di Silvano Ippoliti. Al fianco di Delon vanno segnalati attori di grande esperienza (anche teatrale) tra cui Richard Conte, Umberto Orsini, Marc Porel, Giancarlo Sbragia e le intense Carla Gravina e Nicoletta Machiavelli. Distribuito dalla Titanus, ebbe un enorme successo di pubblico nel nostro paese, ma fu accolto in maniera più tiepida oltralpe. Alcuni addetti ai lavori mormorarono che i cugini francesi fossero un tantino "gelosi" che un film italiano, con Alain Delon protagonista, avesse eguagliato gli elevati standard del loro Melville.
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