martedì 27 giugno 2023

Tremila anni di attesa (Three Thousand Years of Longing, 2022) di George Miller

Alithea Binn è una donna single ma realizzata nella sua vita agiata e solitaria, trascorsa in gran parte leggendo e studiando mitologie antiche, fino a diventare una grande esperta accademica del settore. Appassionata fin da piccola da quei racconti fantastici al confine tra storia, fiaba e leggenda, la nostra si reca da Londra ad Istanbul per tenere una conferenza, insieme ad altri studiosi del settore. Dopo aver comprato un'ampolla di vetro in un bazar del posto, scoprirà, con sua grande sorpresa, che in essa è "imprigionato" un genio che aspetta da ben tremila anni di mettersi al servizio di qualcuno per soddisfarne i classici tre desideri. Affascinata dalla creatura soprannaturale, Alithea, che si sente appagata e non sa che cosa chiedergli, decide di stabilire un rapporto con lui, facendosi raccontare tutto il suo avventuroso passato. Questo fantasy sentimentale diretto dall'australiano George Miller è l'adattamento cinematografico di un racconto breve tratto dalla raccolta "Il genio nell'occhio d'usignolo", scritto da Antonia Susan Byatt nel 1994. Attraverso una lunga serie di suggestioni che spaziano da "Le mille e una  notte" ai film d'animazione di Walt Disney, l'autore realizza un'opera di struggente tenerezza, carica di malinconica nostalgia per i miti del passato e intrisa di un sentimento delicato, antico, fiabesco, che mira a suscitare meraviglia e rimpianto, come quelle grandi meravigliose storie d'avventura che ci riportano all'infanzia, ai cari ricordi di viaggi fatti con la fantasia attraverso mondi magici e straordinari. Miller, che ha sempre fatto del fantastico la sua cifra stilistica più sincera, sembra quasi volerci raccontare la Storia di tutte le Storie, realizzando, nei 108 minuti di durata della pellicola, il contenitore prezioso di tutto il suo spirito immaginativo, esattamente come la boccetta che contiene il genio, che non aspetta altro di poter liberare nel mondo la propria energia divinatoria. E' un film che può essere diviso idealmente in due parti: quella che avviene nella "realtà" contemporanea (con il rapporto emotivo in costruzione tra Alithea e il "djinn") e quella favolistica, raccontata dal genio che rievoca la sua lunga vita attraverso millenni di storia e di attesa. La migliore è senza dubbio la seconda, visionaria e affascinante, esotica e incantata, realizzata con dei notevoli effetti speciali che ci rimandano ai miti ancestrali dell'antica Persia. Di contro la tranche più sentimentaleggiante, che vede impegnati l'accademica inglese (Tilda Swinton) e la creatura magica al suo servizio (Idris Elba), è abbastanza canonica, non melensa ma priva di scatti emozionali degni di nota, nonostante le convincenti interpretazioni dei due attori protagonisti. Come sempre Miller celebra la magia divina del fantastico rispetto al reale, esaltando il potere creativo dell'arte visto come atto di suprema immaginazione, ma in questo caso i risultati non sono sempre all'altezza della sua migliore ispirazione. Menzione speciale per l'ammaliante colonna sonora di Tom Holkenborg (al secolo Junkie XL) con il toccante tema principale che nei titoli di coda viene presentato anche in versione cantata dal nostro Matteo Bocelli, figlio del celebre Andrea, che ha seguito la stessa carriera del padre e che nel film si ritaglia persino un ruolo da attore nel ruolo del principe Mustafa.

Voto:
voto: 3/5

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