Berlino,
1931: la giovane cantante americana Sally Bowles, capricciosa e spigliata,
lavora in un cabaret, ma arrotonda il salario concedendo attenzioni sessuali a
facoltosi signori. La ragazza è innamorata dell’intellettuale inglese Brian,
che, pur ricambiandola, non è in grado di garantirle una stabilità economica.
Quando Sally rimane incinta l’uomo è disposto a sposarla, pur non avendo la
certezza che il figlio sia suo, ma lei decide di interrompere la gravidanza per
non porre fine alla sua carriera musicale. Intanto sulla Germania incombe la
bufera nazista, ormai alle porte. Capolavoro del genere musical, tratto da una
commedia musicale a sua volta ispirata ad un romanzo di Christopher Isherwood.
Restituisce alla perfezione, per atmosfere, personaggi e ricostruzioni
ambientali, l’aria dei tempi: la
Repubblica di Weimar, prima che venisse travolta
dall’apocalisse hitleriana. E’ una delle vette indiscusse del genere musicale,
il primo in assoluto a conciliare, con tale maturità espressiva e lucidità
formale, il dramma storico con i risvolti sentimentali tipici delle pellicole
di questo tipo. Tra atmosfere dark e trasgressioni, vitalità e nostalgia,
eleganza e decadenza, Fosse porta il musical su un nuovo ed originale livello
artistico, rompendo la tradizione “ingenua” dei celebri predecessori e “contaminandolo”
con una cupezza tematica, un’ambiguità dei personaggi ed una suggestione
malinconica assolutamente innovative. Il vigore emotivo del film, che lo rende
indimenticabile, risiede nel contrasto, sapientemente costruito dal regista,
tra l’ambiente del cabaret, una sorta di “oasi” appartata, conturbante, opulenta,
esuberante e licenziosa, ed il mondo esterno, adombrato dalla salita al potere
di Hitler e dalla catastrofe storica imminente, i cui sinistri presagi erano
già percepibili nell’aria, come quando sta per scoppiare un temporale. Gli
splendidi numeri musicali, che trasudano sensualità grazie all’avvenenza
spregiudicata di Sally, e le coreografie barocche, emanano una potente
atmosfera che fonde il kitsch all’espressionismo, ricalcando fedelmente il
gusto e la cultura della Mitteleuropa dei primi anni ’30. L’effeminato
presentatore, mirabilmente interpretato da Joel Grey, con la sua maschera di
inquietante fissità, incarna, invece, l’ambiguità di questo mondo, solo
apparentemente protetto, nel suo guscio di alcova libertina, perché il male
esterno è già alla porta, pronto a travolgere tutto, spazzandone via i fugaci
fasti. Fu un grande successo mondiale di pubblico e critica ed è, ormai, un
grande classico a tutti gli effetti. Tra i numerosi inserti musicali sono
rimasti famosi “Money, Money, Money” e “Life Is A Cabaret”, divenuti un simbolo
della pellicola. Nel cast svetta un’esplosiva Liza Minelli, nel ruolo della sua
vita che ne ha consacrato lo status di grande star mondiale. Vinse 8 premi
Oscar: miglior regia, la
Minelli attrice protagonista, Joel Grey attore non
protagonista, fotografia, scenografia, sonoro, montaggio e colonna sonora.
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