Dante
e Randal sono due amici che lavorano come commessi in negozi adiacenti: un
minimarket ed un centro di noleggio di videocassette. Durante le pause l’uno va
a trovare l’altro, per spezzare la noia della routine lavorativa. Il film ci
racconta una loro giornata, con un via vai di personaggi strampalati e fuori di
testa che passano per i due negozi, dando vita a situazioni al limite
dell’assurdo. Commedia grottesca dell’esordiente Kevin Smith, brillante e
divertente, che, tra attori sconosciuti, un bianco e nero granuloso, una
struttura esile, dialoghi irriverenti e personaggi bizzarri, garantisce un
intrattenimento vivace e spudorato. Film indipendente ed a basso costo, nella
struttura e, soprattutto, nell’anima, è fedele all’estetica “grunge” tipica del
regista, con richiami evidenti al cinema di Jarmusch ed a quei movimenti
culturali giovanili di ribellione, che oppongono un uso disinibito del
politicamente scorretto da opporre alla facciata edificante del mainstream
hollywoodiano. Denso di umori urticanti, programmaticamente cinico, a tratti
sgradevole, stralunato per definizione, ma non privo di idee e di momenti di
caustico brio, ha fatto proseliti tra le nuove generazioni, elevando il suo
regista a figura di culto delle nuove tendenze trasgressive, volte a scardinare
il conformismo dello “showbiz”. Come
tutte le opere estreme preferisce distruggere piuttosto che costruire, ma è
lucido nella sua deriva surreale e si concede persino il lusso di un finale
coerente. Osannato al Sundance Film Festival, ha avuto anche un seguito, Clerks II, più ad alto budget, a colori ma
meno feroce, nel 2006. Il regista compare anche come attore, interpretando, per
la prima volta, il personaggio di Silent Bob, che sarà presente anche in altre
sue opere successive: pacifico e taciturno, sempre in coppia con l’alter ego
Jay, logorroico e sboccato.
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