martedì 10 febbraio 2015

Un uomo da marciapiede (Midnight Cowboy, 1969) di John Schlesinger

Joe Bucker, giovane ribelle texano, attraente ma privo di talento, sbarca a New York per costruirsi un futuro come gigolò, amante a pagamento di donne sole e annoiate per sfruttare al massimo la sua avvenenza fisica. Ma, nella giungla urbana della costa orientale, la realtà non corrisponde quasi mai ai propri sogni ed il deluso Joe troverà l’unico vero amico in Enrico Rizzo, barbone italoamericano detto “Rico”, malmesso ma generoso, che lo accoglie nel suo scalcinato rifugio, in uno stabile abbandonato destinato alla demolizione. Tra alti e bassi i due uomini lotteranno insieme, giorno per giorno, per sopravvivere nella dura realtà della “grande mela”, fino a che Joe, viste le gravi condizioni di salute dell’amico, si offrirà di accompagnarlo in Florida, il viaggio da lui sempre sognato. Cupo apologo sul lato oscuro del sogno americano, divenuto immediatamente di culto per la notevole audacia erotica, che si esplica nelle tematiche torbide (la prostituzione maschile, anche di natura omosessuale) ed in alcune sequenze ritenute “scandalose” per i tempi, è stato uno dei primi film statunitensi a mostrare, con spietata lucidità e dovizia di particolari, la faccia sporca delle metropoli d’oltre oceano, gli squallidi bassifondi in cui si raggiungono abissi di disperazione, di squallore e di miseria morale. E’ anche un sincero “buddy movie” che celebra, con un pizzico di retorica nel finale, il valore dell’amicizia in condizioni estreme, pareggiando il conto del cinico disincanto di tutta la trafila sessuale di Joe, nel tentativo di costruirsi una fruttuosa “carriera”. L’aspra critica sociale alla base dell’opera si concretizza nella caratterizzazione di una New York ostile, sporca e maledetta, la cui mancanza di moralità e di pietosa accoglienza “costringe” i due amici, sottoprodotti di una vorace cultura consumistica che pone i deboli ai margini della dignità umana, ad un autentico manuale di sopravvivenza metropolitano, non privo di momenti di ironia nera per descriverne i goffi fallimenti. Notevoli ed inquietanti gli inserti onirici, i sogni di Joe  e di “Rico”, volti a tratteggiare con maggiore dettaglio, ma anche con più ambiguo spessore, la loro personalità. La visione da incubo urbano di Schlesinger influenzerà, successivamente, in modo lampante opere ben più straordinarie, come il celebre Taxi Driver di Scorsese. Bella e famosa la colonna sonora di John Barry e notevoli le interpretazioni dei due protagonisti: l’esordiente Jon Voight e l’affidabile Dustin Hoffman. Fu premiato con 3 Oscar, miglior film, regia e sceneggiatura, ed è passato alla storia come unico caso di film vietato ai minori di 17 anni (ovvero la X-rated americana) a vincere l’Oscar più importante. 


Voto:
voto: 4/5

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