Nell’autunno del 1327 il geniale frate
francescano Guglielmo da Baskerville, fenomenale nell’uso della logica e
nell’analisi dei particolari, giunge in un remoto monastero italiano, insieme
al giovane novizio Adso, per partecipare ad un convegno teologico tra il suo
ordine, i domenicani ed alcuni delegati inviati dal Papa. Ma nell’abbazia
avvengono morti misteriose che l’arguto Guglielmo non fatica a riconoscere come
omicidi compiuti per celare un oscuro segreto nascosto, da qualche parte, nel
convento. Il delegato papale, il rigido inquisitore Bernardo Gui, contro cui
Guglielmo si è già scontrato in passato, rischiando la scomunica, non è
d’accordo con le sue elaborate teorie e procede, grossolanamente, nella più
semplice direzione “eretica”, scegliendo di colpire il più ovvio capro espiatorio:
il deforme Salvatore, ottuso, laido e dall’oscuro passato. L’equanime
Guglielmo, che sa per certo che l’inquisizione sta commettendo un errore, deve
allora decidere se rischiare di schierarsi di nuovo contro il fanatico Gui, per
amore della verità. Mega produzione italo-franco-tedesca per portare sullo
schermo l’omonimo capolavoro letterario di Umberto Eco, campione di vendite e
celebrato da pubblico e critica in tutto il mondo. Era un’impresa ardua, anzi
impossibile, riuscire a trasporre, anche solo in parte, lo spessore culturale,
il sostrato filosofico, le implicazioni storiche, le connessioni religiose e la
miriade di citazioni del memorabile romanzo di Eco. Il regista Annaud, buon
artigiano di cinema, opta, saggiamente, di “volare basso” con un adattamento
calligrafico, semplificativo, che si prende pochi rischi e contiene diverse
variazioni nella trama, pur rispettandone in pieno il senso intimo e
cogliendone fedelmente l'aura mistery, le suggestioni dell’intreccio
giallo e le straordinarie atmosfere gotiche. Questi punti a favore
rappresentano la forza del film, insieme alle sontuose ricostruzioni
ambientali, che contengono tutta la solenne carica tetra dell’età
medievale, ed alle eccellenti
interpretazioni di un cast perfetto, in cui svettano un raffinato Sean Connery,
nel ruolo di frate Guglielmo, ed un tetro F. Murray Abraham in quello
dell’inquisitore Bernardo Gui. Tenendo da parte le altezze del romanzo e
limitando le aspettative, il film di Annaud, che riscosse un grande successo di
pubblico, garantisce un valido intrattenimento e può essere considerato una
sorta di “bignami” per coloro che non intendono confrontarsi con l’alta prosa
di Eco.
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