giovedì 12 febbraio 2015

Crash - Contatto fisico (Crash, 2005) di Paul Haggis

Otto storie diverse nella Los Angeles contemporanea, che s’intrecciano e si allontanano casualmente, seguendo gli arabeschi del destino: un regista di colore e la sua bella moglie, uno sbirro razzista dedito al vecchio padre malato, una coppia della middle class agiata, con lui rampante e lei annoiata, un commerciante persiano che compra una pistola per difendere la sua bottega dai furti, un ispanico e la sua dolce bambina che ha paura dei “cattivi”, due detective che si amano con passione ma non trovano un’intesa fuori dal letto, due sbandati di colore, logorroici e sguaiati, dediti ai furti di auto di valore, una famiglia cinese vittima dello sfruttamento del lavoro nero. Paul Haggis dirige con mano sicura questo dolente affresco antropologico corale, affascinante nell’intreccio, cupo nei toni, ben scritto ed egregiamente interpretato. Una Babele alla deriva descritta con feroce lucidità, senza enfasi gratuita, con un linguaggio avvolgente ed attuale, in sintonia con la sensibilità moderna. Il tema comune è il razzismo, la paura del diverso che porta alla violenza, al sopruso, all’ingiustizia, in una metropoli affollata e multietnica come la “città degli angeli”, in cui il contatto fisico (il “crash” del titolo originale) è inevitabile. La visione edulcorata e tranquillizzante dell’american way of life appare lontana anni luce: nella giungla urbana tutti, ricchi o poveri, bianchi o neri, vittime e carnefici, vivono appartati, chiusi nel proprio egoismo, intenti a difendere il proprio spazio, diffidando del vicino. Il secondo tema del film è l’isolamento nelle grandi metropoli occidentali, in un mondo in cui l’interconnessione è tutto, si è, paradossalmente, più soli, incapaci di comunicare con il prossimo. Il quadro d’insieme è amaro ma sincero, vibrante e senza moralismi, con un paio di scene madri di grande impatto emozionale. Grandi meriti vanno dati al sontuoso cast corale, in cui gli attori sono tutti bravissimi: Don Cheadle, Matt Dillon, Terrence Howard, Sandra Bullock, Brendan Fraser, Jennifer Esposito, Ryan Phillippe, Thandie Newton. Ha vinto 3 Oscar importanti su 6 candidature: miglior film, sceneggiatura originale e montaggio. E’ sicuramente da vedere, anche se queste cose sono già state fatte, e meglio, da Robert Altman e Paul Thomas Anderson.

Voto:
voto: 3,5/5

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