venerdì 20 febbraio 2015

Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello (The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring, 2001) di Peter Jackson

Nella Terra di Mezzo l’oscuro signore Sauron cerca di sottomettere le diverse razze (uomini, elfi, nani) tramite anelli magici a loro volta controllati dall’Unico Anello, un manufatto potentissimo, devoto al Male ed al suo creatore, che ha il potere di rendere invisibili e di soggiogare la mente di colui che lo possiede troppo a lungo. Dopo lunghe cruente battaglie Sauron sembra sconfitto dall’esercito dell’alleanza e l’anello malefico perduto, ma la creatura sotterranea chiamata Gollum lo ritrova sul letto di un fiume e ne diventa schiavo. Sarà il mite hobbit Bilbo Baggins a sottrarre l’anello a Gollum, per poi passarlo, molti anni dopo, a suo nipote Frodo. Ma il male, Sauron, si è risvegliato e sguinzaglia le sue diaboliche creature per recuperare l’anello magico, mediante il quale ritrovare l’antico potere. Una compagnia composta da uno stregone, Gandalf, due uomini, Aragorn e Boromir, un elfo, Legolas, un nano, Gimli, e quattro piccoli hobbit, Frodo, Sam, Merry e Pipino, parte per una missione segreta e pericolosa: intrufolarsi di nascosto nel regno di Sauron, Mordor, per gettare il diabolico anello nel fuoco del vulcano dove venne forgiato, l’unico modo per distruggerlo per sempre ed annientare il male. Colossale adattamento, in tre parti, del più famoso romanzo fantasy di tutti i tempi: “Il Signore degli Anelli” di John Ronald Reuel Tolkien, adorato da intere generazioni di lettori ed adottato come testo epico mitologico nei paesi anglosassoni. L’impresa, che sembrava impossibile, è riuscita al manierista neozelandese Peter Jackson, che, con l’aiuto di un formidabile team di tecnici di prim’ordine, ha realizzato la più importante trilogia del nuovo millennio, degna erede delle “Guerre Stellari” di Lucas. Gli indubbi meriti del regista sono innanzi tutto estetici: fondere i meravigliosi scenari naturali della Nuova Zelanda con effetti speciali generati al computer e con l’aggiunta di vecchie tecniche sempre efficaci come l’utilizzo di miniature, modellini o plastici in scala. Straordinario il trucco per ottenere l’aspetto orrido delle creature malefiche e le ambientazioni di suggestione medioevale. Dimostrando un grande talento visionario ed una maniacale cura del dettaglio, da cui si evince tutto il suo amore per il testo ispiratore, l’autore conquista il cuore del pubblico grazie a dei personaggi profondamente umani, evidenziandone egregiamente le virtù e le debolezze, nonché il profondo tormento interiore generato dalla vicinanza dell’Anello, simbolo del potere corruttore che induce al male. Non mancano ridondanze e prolissità in un’opera tanto potente quanto dilatata, afflitta da quel gusto acerbo nell’attesa di spiccare il definitivo balzo epico negli episodi successivi. Nel cast brilla Ian McKellen nei panni del saggio Gandalf il grigio, il “nonno” che tutti vorremmo avere. Grande successo di pubblico e critica e quattro Oscar tecnici su ben 13 candidature, per il film che ha reso Peter Jackson una star mondiale.

Voto:
voto: 4/5

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