Willie è un poco di buono ed ha un caratteraccio: disonesto, sfaticato, ubriacone, sboccato, fumatore ed erotomane, con la fissa per le donne lascive di "taglia forte". Ogni anno all'arrivo delle feste natalizie, Willie si traveste da Babbo Natale e il suo degno compare Marcus, affetto da nanismo, da elfo. I due si fanno assumere da un grande magazzino per intrattenere i bambini e la sera lo rapinano svuotando tutte le casse. Mentre stanno organizzando il loro solito colpo in un centro commerciale di Phoenix, un elemento di disturbo ostacola i loro piani: un bambino orfano e grassottello si prende una fissa per Willie, si convince che lui è il vero Babbo Natale e non gli si stacca più di dosso. Acida commedia nera, irriverente, spudorata, scostumata e perfidamente divertente, ideata e prodotta dai fratelli Coen e diretta con ritmo scattante da Terry Zwigoff, che, saggiamente, senza particolari equilibrismi tecnici, decide di mettersi al servizio degli attori, in particolare del magnifico protagonista Billy Bob Thornton che è il mattatore assoluto, sempre credibile anche negli eccessi sopra le righe. E' un film totalmente anti-natalizio, una fiera irresistibile di cattiveria, cinismo e contenuti politicamente scorretti, a volte un po' forzati o auto-compiaciuti, ma generalmente intelligenti, mordaci, dissacranti e non privi di spunti di riflessione critica sul buonismo e l'ipocrisia imperanti nella facciata perbenista della società moderna. Con tutti i suoi difetti, i suoi vizi e le sue triviali bassezze, l'antieroe Willie lascia il segno, dice quello che pensa, riesce talvolta a fare la cosa giusta ed è più vero dei tanti parrucconi impomatati che lo giudicano dal loro piedistallo di fasulle buone maniere. Se il film fosse uscito in sala a Natale sarebbe stata la beffa perfetta, ma, probabilmente, ci sarebbe voluto troppo coraggio per una scelta del genere. Si è preferito anticipare di un mese esatto, per evitare le inevitabili polemiche su cui gli amanti dello scandalo si sarebbero fiondati in branco. Il contrappunto della diffusa atmosfera laida che pervade l'opera (il nano Marcus di Tony Cox è forse ancora più abbietto di Willie) è il piccolo Thurman, dolce e goffo, che rappresenta l'elemento di tenerezza e l'innocente bontà, dando origine a delle esilaranti gag con il suo adorato Babbo Natale sporcaccione. Il film è stato generalmente apprezzato da pubblico e critica, soprattutto per la sua verve sfacciata che ha portato una fresca ventata di novità in mezzo a tanti prodotti asfittici fatti con il copia e incolla, e nel 2016 ne è stato realizzato un tardivo seguito, meno brillante e più inoffensivo: Babbo bastardo 2 (Bad Santa 2) di Mark Waters, con il ritorno al completo del cast principale.
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