giovedì 25 novembre 2021

Foxcatcher: Una storia americana (Foxcatcher, 2014) di Bennett Miller

I fratelli Schultz, Mark e David, sono due campioni di lotta libera di valore mondiale, entrambi vincitori della medaglia d'oro alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984. David è il maggiore, è loquace, socievole, equilibrato, ha una famiglia ed allena una sua squadra di atleti. Mark è introverso, taciturno e insofferente della personalità del fratello, nella cui ombra ha sempre vissuto. Questi crede di trovare l'occasione di un riscatto personale quando viene avvicinato dall'eccentrico milionario John du Pont, rampollo della potente famiglia di industriali, che lo recluta per mettere in piedi un team di lottatori per vincere le Olimpiadi di Seul del 1988, di cui lui sarà il mentore e finanziatore. Ma du Pont è un uomo solo e profondamente disturbato, pieno di complessi e di manie, un manipolatore egocentrico represso da una madre castrante, che metterà Mark in competizione con David. La tragedia è dietro l'angolo. Inquietante dramma di Bennett Miller, ispirato all'autobiografia "Foxcatcher. Una storia vera di sport, sangue e follia" di Mark Schultz, che racconta un reale fatto di cronaca nera che sconvolse l'opinione pubblica americana sul finire degli anni '80. Girato con aspro realismo, carico di atmosfere malsane e di un'ombra tossica di morte che incombe fin dalle prime sequenze, è un film di truce violenza concettuale che oscilla tra il documentario e la fiction e che indaga con lucida sottigliezza le psicologie dei tre personaggi principali, evidenziandone i lati oscuri, le fragilità, le ossessioni, le tendenze distruttive, i traumi repressi e la promiscuità all'abisso. Se Mark Ruffalo e Channing Tatum sono perfetti nel tratteggiare i due fratelli Schultz, così diversi e distanti, Steve Carell è addirittura memorabile nell'interpretare John du Pont, offrendone un ritratto da ambiguo psicopatico dotato di molte maschere, una sorta di archetipo del male ancestrale insito nel lato fragile del potere. Carell, divenuto famoso per i suoi ruoli comici in commedie sciocche, ha dimostrato di essere un attore poliedrico e maturo quando è stato chiamato ad interpretare personaggi drammatici come questo. Il film ha avuto 5 candidature agli Oscar (tra cui Carell, Ruffalo e la regia di Miller) ed ha vinto il Prix de la mise en scène (a Bennett Miller) al Festival di Cannes.

Voto:
voto: 3,5/5

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