Qualche anno dopo gli eventi narrati in Jurassic Park (1993), il ricco imprenditore John Hammond, ideatore del parco, si è trasformato da capitalista in ambientalista, pentendosi delle sue azioni, ma ciò che ha messo in moto è sfuggito al suo controllo e fa gola a troppi avidi affaristi senza scrupoli. Si scopre dell'esistenza di un'altra isola vicina a Isla Nublar: Isla Sorna (definita in gergo il "sito B") dove i dinosauri venivano cresciuti liberi in un ambiente selvaggio prima di essere trasferiti nell'ex Jurassic Park. Il "sito B" pullula ancora di dinosauri di ogni tipo e Ian Malcolm vi si reca insieme ad una squadra di militari per salvare la sua ragazza Sarah Harding, ardimentosa paleontologa, che è andata sull'isola da sola per osservare e fotografare i grandi rettili nel loro ambiente. Qui i due scopriranno che il losco nipote di Hammond ha inviato una spedizione di cacciatori per catturare alcune specie e farle trasferire in un apposito "zoo" a San Diego. Dopo il successo oceanico del primo film del '93 era praticamente inevitabile che arrivasse un sequel, ancora diretto da Spielberg, sceneggiato da David Koepp e ispirato al racconto omonimo di Michael Crichton. Del cast del predecessore ritornano soltanto Jeff Goldblum (Ian Malcolm) e Richard Attenborough (John Hammond), ma si aggiungono Pete Postlethwaite, Arliss Howard,
Vince Vaughn, Peter Stormare e soprattutto una radiosa Julianne Moore. Spielberg fa un film diverso rispetto al prototipo, lo dirige sempre con la consueta mano sicura di estrema affidabilità, punta moltissimo sui nuovi straordinari progressi fatti dagli effetti speciali in computer grafica, aumenta notevolmente il numero dei dinosauri (e dei T-Rex) ma perde in originalità, magico stupore, fascinazione misteriosa, suspense narrativa e portata spaventosa. Ne vien fuori un film più lungo, prolisso, ridondante, in bilico tra la grande avventura esotica e il pistolotto moraleggiante a sfondo ecologista, molto prevedibile negli sviluppi, politicamente corretto nell'essenza e con una coda tra il cupo e il faceto che ammicca a King Kong. A tratti molto gradevole, altre volte abbastanza noioso con i suoi effetti di deja-vu, si appesantisce troppo nel turgido epilogo, ma contiene un paio di sequenze di azione memorabili (le due apparizioni dei T-Rex su Isla Sorna). Ha avuto un enorme successo al botteghino mondiale, raggiungendo quasi gli incassi del predecessore, ma ha lasciato generalmente tiepida la critica. Seguito da Jurassic Park III (2001) di Joe Johnston.
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