Dall'omonima commedia teatrale in 4 atti di Oscar Wilde. Londra, 1890: Sir Robert Chiltern è un politico di grande fama sposato con la bella Lady Gertrude. La vita dell'uomo viene messa in crisi dall'entrata in scena di Mrs. Laura Cheveley, affascinante vedova e furba arrampicatrice sociale, che, per ottenere favori politici, lo ricatta attraverso una lettera in suo possesso che contiene imbarazzanti segreti sul passato di Chiltern. Sir Robert, temendo di perdere la reputazione e anche la sua bella moglie, si rivolge a Lord Arthur Goring, un dandy libertino amante delle feste e delle avventure galanti, per farsi aiutare. Ma Goring si verrà a trovare in un incastro di equivoci, sotterfugi e pettegolezzi da farlo diventare "oggetto" di attenzioni amorose da parte delle donne coinvolte, mettendo a rischio il suo fiero stato di scapolo impenitente. Ariosa commedia sentimentale in costume di Oliver Parker, che ha adattato l'opera di Oscar Wilde all'insegna di una sontuosa eleganza stilistica, di una garbata ironia, di una velata punta di malinconia e di una briosa frivolezza romantica, lasciando quasi sempre sullo sfondo gli elementi di critica al perbenismo dell'aristocrazia inglese del tempo ed alla diffusa corruzione politica, che sono invece cruciali nel testo originale. La scelta ripaga in leggerezza del tocco e semplicità di fruizione emotiva, ma fa perdere il mordace sarcasmo e la natura polemica che Wilde aveva dispensato da par suo, soprattutto grazie al suo alter ego Lord Goring che nel film, grazie alla allegra interpretazione di Rupert Everett più piacione che mai, assume contorni più sensuali e sdolcinati che pungenti. Ma le attrici sono bravissime, in particolare Julianne Moore, Cate Blanchett e Minnie Driver, ciascuna perfetta nel rispettivo ruolo e capaci di incarnare lo stile e lo spirito femminile dell'epoca. La commedia di Wilde era già stata portata sul grande schermo due volte: nel 1935 dal tedesco Herbert Selpin e nel 1947 dall'ungherese Alexander Korda, sempre con il medesimo titolo originale.
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